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105. LE QUALITA’ DELL’ASPARAGO

Un ortaggio pregiato e delizioso è l’asparago piacentino, primo regalo stagionale, simbolo di salute e di depurazione interna, dotato di incredibili aspetti nutrizionali. L’asparago è ricco di fibre importanti tra cui i frutto-oligosaccaridi-FOS, le vitamine B1, B6, A e C, l’acido folico e l’asparagina, che hanno un effetto antidepressivo e antiossidante. Se poi qualcuno, pur nell’ambito della sua impostazione vegan-crudista trova irresistibile abbinare l’ovetto all’asparago, lo faccia pure. La trasgressione veniale una-tantum non fa testo. Non siamo qui a giudicare nessuno, né tantomeno a demonizzare chi si concede qualche piccolo sgarro.

Gli asparagi aiutano poi a sviluppare la flora batterica intestinale, tengono sotto controllo il colesterolo, regolano la diuresi e il metabolismo del sistema nervoso, contrastano uno dei mali più diffusi e ignorati che è la viscosità del sangue, agendo da efficacissimo fluidificante. Asparago capace di favorire il drenaggio epatico, renale, intestinale, polmonare e cutaneo. Indicato per l’astenia o la debilitazione fisica e intellettuale, la demineralizzazione, la litiasi urinaria, l’artritismo, la gotta, il

Ne so personalmente qualcosa. Mia nonna paterna si chiamava Marina Chiandetti. Donna intraprendente e muscolosa, tutte le mattine all’alba prendeva il tram bianco della linea Tarcento-Udine e si portava con sé due cestoni di asparagi con una ventina di mazzi che vendeva a Udine in piazza delle Erbe. Nei primi anni ’50 venne nominata Regina dell’Asparago di Tavagnacco, località che festeggia proprio in questi giorni la sua annuale Sagra Nazionale dell’Asparago. Frequentavo le elementari e tutti i giorni davo una mano assieme al nonno Marco a creare mazzi di asparagi bianchi, che venivano confezionati con doppio legame di corteccia fresca, presa dai rami del gelso, adatta a stringere gli eleganti turoni senza segnarli e danneggiarli.

Frutto della generosa madre Terra, al pari della patata, della rapa, della bietola e del ravanello, al pari del radicchio, dell’anguria e del melone. Chi ama l’asparago non può apprezzarlo e non provare nel contempo un religioso rispetto per la generosità del creatore e per le grandi risorse che ci ha messo a disposizione.

Chi ama la natura non può non rammaricarsi che il 95% dei terreni agricoli siano oggi coltivati a mais e soia intesi ad alimentare creature disgraziate predestinate a una allucinante condanna a morte.
IL 95% dei terreni, tutti minacciati dalle culture OGM, tutti trattati ad azidrina e Round-Up della Monsanto, micidiali erbicidi che desertificano i terreni e distruggono ogni specie vegetale, avvelenando nel contempo le falde acquifere.

Quanto migliore sarebbe la qualità della vita se l’uomo rinsavisse, riprendesse possesso delle campagne e reimparasse a revitalizzare le zolle, a optare per un’agricoltura biodinamica, a seminare e piantare di tutto, per la sua salute, per un atto di rispetto nei riguardi della terra, dell’ambiente, delle risorse disponibili. È nella campagna, nella libera scelta delle varietà orticole, nel modo di coltivare, che si gioca la nostra partita vitale, quella della sopravvivenza armoniosa, pacifica e serena.

(Estratto dalla Conferenza di Volta del Vescovo – Piacenza, 21 Maggio 2013)..

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