Le relazioni dinamiche ed interconnesse tra sistemi viventi sono dovute al fatto che, come ci ricorda F.Capra, gli organismi possiedono determinate caratteristiche quali plasticità e flessibilità interne responsabili di un certo numero di proprietà tipiche. Prima fra tutte la capacità di auto-organizzazione.
Questo significa che “in un organismo vivente, il suo ordine e la sua struttura e funzione non sono imposti dall’ambiente ma sono stabiliti dal sistema stesso”(*); inoltre manifesta un elevato grado di autonomia dal momento che non è l’incessante interazione con l’ambiente a determinare la sua organizzazione.
I due fenomeni dinamici principali dell’auto-organizzazione sono: auto-rinnovamento e auto-trascendenza.
Per auto-rinnovamento si intende, citando Capra “la capacità dei sistemi viventi di rinnovare e riciclare di continuo i loro componenti, conservando l’integrità della loro struttura complessiva”(**) e per auto-trascendenza la “capacità di superare creativamente confini fisici e mentali nei processi di apprendimento, sviluppo ed evoluzione”(***).
Auto-rinnovamento
I sistemi viventi per rimanere in vita devono mantenere uno scambio continuo di energia e materia con il loro ambiente attraverso i processi metabolici cosiddetti di anabolismo e catabolismo, vale a dire di assimilazione delle sostanze nutrienti e di eliminazione delle scorie.
L’alternarsi di anabolismo e catabolismo, carica e scarica permette il mantenimento di un equilibrio dinamico (omeostasi) caratterizzato dalla fluttuazione di numerose variabili interdipendenti all’interno di un certo limite. Il processo di auto-rinnovamento, cioè la flessibilità di un singolo organismo dipenderà dal numero delle sue variabili che sono mantenute fluttuanti all’interno dei limiti. Maggiori fluttuazioni, maggiore stabilità, miglior auto-rinnovamento.
Rigidità e irreversibilità conducono alla morte del sistema che sfocerà nella nascita di un nuovo sistema, flessibile e reversibile.
Queste prime affermazioni nate dallo studio del vivente, oltre ad essere “scientifiche” anche dal punto di vista della scienza più materialista, sono evidenti e verificabili da chiunque voglia osservare la vita nelle sue molteplici manifestazioni.
L’equilibrio si mantiene attraverso fluidità e lasciare andare, mentre, controllo e rigidità portano alla morte.
Il controllo nasce da un approccio logico al vivente, ma la vita ci mette sempre di fronte al paradosso dal momento che essa è naturale, non logica.
Se vuoi la stabilità, lascia scorrere, se vuoi che tutto si muova, stai fermo, non fare niente; se vuoi raggiungere un obbiettivo non desiderarlo, se vuoi ricevere, dona.
Se vuoi guarire devi morire a te stesso, la guarigione sarà tanto più profonda quanto più lascerai che il cambiamento ti coinvolga in profondità, fisicamente, mentalmente, spiritualmente.
Se vuoi che tutto succeda, non fare nulla.
continua
(*)Capra F. (1987), p. 224
(**)ibidem
(***)Capra F. (1987), p. 225
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