Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

10. LE PROPRIETA’ TIPICHE DEL VIVENTE

Le relazioni dinamiche ed interconnesse tra sistemi viventi sono dovute al fatto che, come ci ricorda F.Capra, gli organismi possiedono determinate caratteristiche quali plasticità e flessibilità interne responsabili di un certo numero di proprietà tipiche. Prima fra tutte la capacità di auto-organizzazione.

Questo significa che “in un organismo vivente, il suo ordine e la sua struttura e funzione non sono imposti dall’ambiente ma sono stabiliti dal sistema stesso”(*); inoltre manifesta un elevato grado di autonomia dal momento che non è l’incessante interazione con l’ambiente a determinare la sua organizzazione.

I due fenomeni dinamici principali dell’auto-organizzazione sono: auto-rinnovamento e auto-trascendenza.

Per auto-rinnovamento si intende, citando Capra “la capacità dei sistemi viventi di rinnovare e riciclare di continuo i loro componenti, conservando l’integrità della loro struttura complessiva”(**) e per auto-trascendenza la “capacità di superare creativamente confini fisici e mentali nei processi di apprendimento, sviluppo ed evoluzione”(***).

Auto-rinnovamento

I sistemi viventi per rimanere in vita devono mantenere uno scambio continuo di energia e materia con il loro ambiente attraverso i processi metabolici cosiddetti di anabolismo e catabolismo, vale a dire di assimilazione delle sostanze nutrienti e di eliminazione delle scorie.

L’alternarsi di anabolismo e catabolismo, carica e scarica permette il mantenimento di un equilibrio dinamico (omeostasi) caratterizzato dalla fluttuazione di numerose variabili interdipendenti all’interno di un certo limite. Il processo di auto-rinnovamento, cioè la flessibilità di un singolo organismo dipenderà dal numero delle sue variabili che sono mantenute fluttuanti all’interno dei limiti. Maggiori fluttuazioni, maggiore stabilità, miglior auto-rinnovamento.

Rigidità e irreversibilità conducono alla morte del sistema che sfocerà nella nascita di un nuovo sistema, flessibile e reversibile.

Queste prime affermazioni nate dallo studio del vivente, oltre ad essere “scientifiche” anche dal punto di vista della scienza più materialista, sono evidenti e verificabili da chiunque voglia osservare la vita nelle sue molteplici manifestazioni.

L’equilibrio si mantiene attraverso fluidità e lasciare andare, mentre, controllo e rigidità portano alla morte.

Il controllo nasce da un approccio logico al vivente, ma la vita ci mette sempre di fronte al paradosso dal momento che essa è naturale, non logica.

Se vuoi la stabilità, lascia scorrere, se vuoi che tutto si muova, stai fermo, non fare niente; se vuoi raggiungere un obbiettivo non desiderarlo, se vuoi ricevere, dona.

Se vuoi guarire devi morire a te stesso, la guarigione sarà tanto più profonda quanto più lascerai che il cambiamento ti coinvolga in profondità, fisicamente, mentalmente, spiritualmente.

Se vuoi che tutto succeda, non fare nulla.

continua

(*)Capra F. (1987), p. 224

(**)ibidem

(***)Capra F. (1987), p. 225

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