La medicina integrale nasce da un preciso atteggiamento di ogni essere umano nei confronti di se stesso, degli altri esseri viventi, dell’ambiente che lo circonda. Si esprime attraverso uno stato di coscienza che sappia cogliere l’unità di ogni fenomeno. Si realizza quando, medico e paziente, sanno cogliere insieme il processo unitario che li vede onde dello stesso oceano e divengono così in grado di osservare con occhi chiari; osservare cioè, se stessi, la relazione terapeutica, i “sintomi” espressi, in modo ampio e aperto, libero da schemi precostituiti o ipotesi diagnostiche.
Così facendo, il medico olistico, di fronte al suo paziente, saprà cogliere, piuttosto che l’aridità di un resoconto clinico da diagnosticare, la ricchezza di una vita e la bellezza di una storia personale. Il paziente saprà diventare medico di se stesso, entrando in contatto con i propri sintomi, che coglierà come messaggeri di abitudini cronicizzate, atteggiamenti corporei, comportamenti emotivi, processi mentali, ecc.
Entrambi deporranno le armi contro la malattia per percorrere insieme la via del cuore.