Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

54. PATENTE DI VITA – PRIMA PARTE

Se l’attuale umanità sembra allo sbando è perché… lo è!

Il motivo è semplice e può essere spiegato attraverso pochi, elementari concetti a cui non è mai stata data la giusta importanza, cosa che ha messo in moto un processo di autodistruzione basato sul disamor proprio globale.

L’aspetto positivo è che questo processo non è di per sé irreversibile (infatti è solo la mancanza di consapevolezza a renderlo tale) per cui basterebbe veramente poco per invertirne la rotta e creare nell’arco di qualche decina d’anni una realtà decisamente diversa dell’attuale, ma per farlo bisogna partire dalla base interrompendo così questo pericoloso circolo vizioso.

Naturalmente alla base di ogni società ci sono i singoli individui che la compongono… ma cosa c’è alla base di ogni singolo individuo? Semplice, la famiglia in cui questo individuo è nato e cresciuto. Non per niente si dice che sono le radici a rendere forte l’albero.

Per capire meglio questo concetto prendiamo l’esempio dell’adozione. Per ottenere un’adozione, una coppia deve avere determinati requisiti e questi requisiti sono tanto ovvii quanto essenziali:  che la coppia stia insieme da qualche anno per testarne la totale compatibilità che è la base di una futura famiglia solida, e che sia in grado di crescere e mantenere un figlio per garantirgli sia i mezzi materiali sia quell’amore e quel rispetto essenziali per accrescergli la fiducia in se stesso e permettergli così un ottimale sviluppo psicoemotivo, che è altrettanto importante come quello fisico.

Ora la domanda che sorge spontanea è: “Perché questi requisiti non vengono presi in considerazione nella maggior parte dei casi in cui la coppia può concepire il figlio?”

Qual è il motivo per cui chi è in grado di mettere al mondo un bambino non deve rispettare le stesse condizioni essenziali per farlo crescere nel modo migliore? La verità è che il motivo non c’è, ed è per questo che l’attuale umanità si è sviluppata nei secoli attraverso ambienti poco amorevoli, a volte persino ostili, mortificanti o degradanti dove magari la situazione economica era già precaria per la coppia stessa; realtà in cui la libertà, la felicità, l’accettazione di sé e l’autostima non erano all’ordine del giorno, portando così l’inconscio globale umano sempre più verso conflitti, rancori, frustrazioni e tutto ciò che allontana dall’armonia e dalla pace interiore, che dovrebbero essere alla base dell’esistenza umana.

Il risultato di tutto ciò lo vediamo nell’attuale umanità: odio, rabbia, vendetta, meschinità, sopraffazione, lotta, opportunismo, paura, dipendenza, sofferenza, rassegnazione, depressione, stress, ansia e una sempre più vasta gamma di patologie psicoemotive e conseguenti malattie fisiche.

E se tutto questo potesse essere fermato da una semplice istruttoria preliminare per chiunque voglia avere dei figli, che si tratti di adozione o di semplice concepimento?

Proviamo a pensare a come sarebbe il mondo se le future generazione potessero svilupparsi in contesti dove è permesso avere figli solo a chi è veramente in grado di crescerli nel modo migliore, conseguendo una sorta di “patente di guida” per genitori, come si fa per le automobili… anche perché dovrebbe essere molto più importante saper crescere un figlio, che saper guidare un’auto.

Bisogna capire che desiderare un figlio ed essere in grado di concepirlo non basta per adempiere ai doveri di un bravo genitore, come non basta desiderare un’auto ed essere in grado di comprarla per essere bravi guidatori. Inoltre, nel caso dell’auto, la si può anche ammaccare a ogni manovra errata, rompere il cambio per non saper usare la frizione, fondere il motore e riempire il serbatoio col carburante sbagliato… tanto, mal che vada, la facciamo demolire e il problema è risolto; ma se demoliamo la psiche e l’autostima di un bambino a causa di superficialità, negligenza o incapacità genitoriale, lui continuerà a esistere lo stesso e “nel migliore dei casi” diventerà un adulto insicuro che elemosinerà ovunque amore e attenzioni, perennemente condizionato dal senso di inadeguatezza e da dinamiche autosabotanti inconsce che lo porteranno a credere che il proprio valore dipenda dal fare o dall’avere qualcosa, e questo lo spingerà a barattare la propria felicità per un lavoro, per il denaro, per degli status, rendendolo sempre più schiavo di una realtà che lui stesso crea… È esattamente ciò che sta succedendo adesso, visto che la libertà, l’armonia e la gioia di vivere hanno ormai lasciato il posto alle scadenze, allo stress e all’angoscia esistenziale.

Un’altra figura importante per lo sviluppo psicoemotivo di un bambino è l’insegnante, il cui ruolo – soprattutto nei primi anni – dovrebbe essere quello di fornirgli gli strumenti basilari e di potenziare eventuali attitudini presenti in lui, e non quello di interrogarlo su inutili nozioni e giudicarne le capacità in base agli standard generali, causando ulteriore ansia, insicurezza e relativo senso di inadeguatezza o insofferenza/ribellione verso l’autorità.

Come in famiglia è il genitore a dover essere all’altezza delle aspettative di un figlio (crescerlo e amarlo nel modo migliore), così anche nella scuola è l’insegnante a dover essere all’altezza delle aspettative di uno studente (trasmettergli conoscenze e appassionarlo); con queste premesse sarebbero gli studenti a fare domande tutto l’anno agli insegnanti e a dare un voto finale al loro operato sulla base della loro preparazione e di quanto sono stati capaci di rendere utili e interessanti le loro materie, per conseguire la “patente di competenza” o confermarne la validità per l’anno successivo.

Ma forse ciò che veramente servirebbe a tutti – e prima di ogni altra cosa – è una vera e propria “patente di vita” perché chi non è in grado di condurre al meglio la propria esistenza non può certo essere un valido istruttore visto che finirà col creare problemi prima a se stesso e successivamente agli altri!

(Continua)

Lorenzo Capuano

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