“Ho bisogno di te!” ecco la frase che comunemente viene considerata amore, ma che in realtà nasconde una dipendenza psicoemotiva… che è l’esatto opposto dell’amore! L’Amore parte da un’abbondanza che riempie prima di tutto se stessi e poi si riversa sugli altri, mentre la dipendenza parte da una mancanza che affligge prima se stessi e poi tutti quelli che capitano a tiro. Per questo l’amore rende liberi, mentre la dipendenza imprigiona… ma lo si capisce sempre dopo, e spesso quando è troppo tardi. Appena il bisogno viene appagato, infatti, ci si sente forti e felici – proprio come sotto l’effetto di una droga – ma col tempo le insicurezze e le paure tornano a prendere il sopravvento e portano con sé aspettative, gelosie, tormenti, sofferenze, risentimenti, compromessi e tutto ciò che caratterizza la maggior parte delle attuali relazioni, che con l’amore non hanno nulla a che vedere.
Un altro “malinteso” dei nostri tempi, e non solo, è confondere il bisogno di riuscire/dimostrare con la passione. La passione è gioia di fare che infonde pace e grazia, mentre il bisogno di riuscire/dimostrare parte dalla paura di non farcela che crea stress e ansia da prestazione, facendo dipendere la propria felicità dal risultato finale… al contrario della passione che rende felici da subito perché ciò che conta veramente non è la meta, ma il viaggio.
Probabilmente l’equivoco peggiore dell’intera umanità riguarda proprio l’esistenza in se stessa, visto che nei secoli si è trasformata in un penoso bisogno di sopravvivere dove la gioia di vivere e quindi la pace, la leggerezza, lo stupore e la magia sono stati sostituiti dall’angoscia, dalla lotta, dalla frustrazione, dalla delusione e dalla paura. E questo ha creato nelle persone sempre più odio e rabbia verso tutto e tutti (compreso se stessi) col risultato che oggi ambizione e competizione sono considerati valori sani che nobilitano, giustificando di conseguenza il bisogno di potere e le relative guerre per conquistarlo.
Per non parlare dell’intera economia mondiale, che si regge proprio sui bisogni indotti, portando le persone a credere che il proprio valore dipenda dall’essere altro e dall’avere determinati status quali auto potenti, abiti firmati, tv e cellulari di ultima generazione, borse griffate, orologi, scarpe e suppellettili vari, che servono solo a riempire e abbellire un immenso vuoto interiore. Inutile dire che anche il bisogno di droghe, alcol, fumo, sesso e gioco d’azzardo serve a placare lo stesso malessere esistenziale, causato dalla mancanza di pace interiore che, per assurdo, viene vista come assenza di stimoli e quindi assenza di vita. Invece è solo grazie alla pace interiore che si può creare una vita piena e appagante… mentre dalla sua mancanza si crea ciò che oggi caratterizza il nostro mondo: conflitti, violenze, avidità, sofferenze, dolore, desolazione, miseria, dipendenze, psicosi, malattie, ecc.
Per ultimi, ma non per questo meno importanti ai fini del condizionamento psicoemotivo quotidiano, troviamo il bisogno di approvazione, il bisogno di considerazione, il bisogno di attenzioni e il bisogno di apparire, che portano le persone a dover modificare la propria immagine attraverso trucchi, tatuaggi o veri e propri interventi estetici e a dover condividere sempre con qualcuno il risultato di ciò che sono diventati o di ciò che fanno… Da qui l’importanza di avere un palcoscenico reale o virtuale (attraverso social) su cui “esibirsi” per sentirsi appagati, apprezzati o peggio ancora vivi, in quanto “si esiste solo se qualcuno guarda”, che è il presupposto del più grande falso mito – nonché bisogno da soddisfare a ogni costo – dell’attuale società: il successo!
Questa “sindrome da palcoscenico”, infatti, accomuna non solo artisti, relatori, insegnanti, politici, guru, motivatori e tutti coloro che – nascondendosi dietro la scusa di aiutare gli altri – necessitano/dipendono da un pubblico pagante/acclamante, ma anche chiunque senta l’esigenza costante di interagire attraverso Facebook, Twitter, Instagram, blog e social vari, per postare qualunque cosa, comprese decine e decine di selfie giornalieri. La conseguenza (o la causa) di tutto questo è il terrore della solitudine e tutto quello che si è disposti a fare o ci si racconta pur di evitarla, dal momento che viene considerata anche peggio della morte.
Invece, è proprio attraverso la solitudine, che le persone possono risvegliare il proprio maestro interiore, ritrovando quella magia, quella scintilla divina e quel potere utili a creare un mondo migliore basato sull’Amore verso sé stessi e la propria vita, e sullo stare bene, per non essere più condizionati, manipolati e imprigionati da falsi bisogni e ideali virtuali che accrescono solo infelicità, tormento e autodistruzione.
Ciò di cui l’umanità avrebbe realmente bisogno è l’Amor Proprio perché accresce nelle persone consapevolezza, libertà e potere… Solo ritrovando totalmente sé stessi, non si avrà più bisogno di altro! Tuttavia è stato inventato un ottimo deterrente per offuscare questa verità: la parola egoismo… anche se il vero egoista non è colui che è libero e felice, ma chi condiziona la libertà e la felicità degli altri!
Grazie a quest’ultimo equivoco, infatti, si è generato un mondo retto sui sensi di colpa, sulla paura e naturalmente sul bisogno… col risultato che chiunque oggi induca sensi di colpa, paure e bisogni, detiene il potere su tutti gli altri!
Quindi, ora, non ti resta che porti la grande domanda esistenziale che accomuna tutti: “Di cosa ho bisogno in questo momento?”
Lorenzo Capuano
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