Come abbiamo visto nella prima parte, la “patente di vita”, oltre a essere indispensabile per chiunque, dovrebbe essere anche molto più importante di qualunque titolo di studio o attestato professionale, perché chi ancora non sa chi realmente sia nel presente come può sapere cosa vorrà fare nel resto della sua vita? La risposta è che non può. Attualmente, infatti, le scelte degli adolescenti sono condizionate dai genitori (già psicoemotivamente demoliti dalla propria famiglia di origine e i quali vorrebbero il più delle volte che i figli facessero ciò che non hanno fatto loro) e dalla società (formata da individui altrettanto confusi e fuorviati, il cui credo si basa su falsi bisogni e ideali virtuali), e tutto questo non fa altro che alimentare costantemente il conflitto umano più profondo: “cosa voglio” contro “cosa ci si aspetta da me”.
Per ognuno dovrebbe essere previsto un corso intensivo per imparare innanzitutto ad amare e rispettare se stesso (anche perché un figlio è la proiezione del proprio bambino interiore, quindi chi non è in grado di prendersi cura di se stesso non può prendersi cura neanche di una pianta o di un cucciolo… figuriamoci di un figlio!), poi al raggiungimento di una reale maturità psicoemotiva (che conta molto di più di quella anagrafica) potrà decidere se cercare un partner altrettanto maturo psicoemotivamente con cui condividere un rapporto costruttivo, gratificante, armonioso e sincero (al contrario degli attuali rapporti distruttivi, degradanti e sempre più caratterizzati da bugie, risentimenti, aspettative e compromessi pur di evitare la solitudine) e con cui eventualmente crescere al meglio un figlio, oppure se continuare a occuparsi del proprio bambino interiore diventando così non solo genitore e maestro di se stesso ma anche il proprio miglior amico nonché il perfetto partner di vita, perché solo in questo caso non si confonderà più il bisogno e la dipendenza con l’amore, e ognuno sarà in grado di stare bene da solo e di conseguenza potrà far star bene anche chi ha intorno… al contrario di adesso dove l’infelicità e i tormenti interiori rendono chiunque una minaccia per se stesso e per gli altri!
Un crescente amor proprio generale, inoltre, porterebbe nel tempo a eliminare tutta una serie di professioni ora ritenute essenziali, quali per esempio psichiatri, psicologi, counselor e terapisti vari perché nessuno avrebbe più necessità di andare in analisi a causa di frustrazioni, rancori e conflitti inconsci; non servirebbero più neanche dottori, medici e guaritori vari perché nessuno somatizzerebbe più malattie a causa di paure, sensi di colpa e autocritica cronica; non ci sarebbe più bisogno di droghe, fumo e alcol perché nessuno dovrebbe più convivere con malesseri e demoni interiori, né dovrebbe dimenticare traumi e sofferenze presenti e passate; probabilmente diminuirebbero anche povertà, violenze, criminalità e guerre perché le persone libere e felici non hanno la mania del controllo, non vogliono conformare né limitare la libertà degli altri, non sono avidi né tanto meno hanno smanie di potere per sottomettere o comandare il prossimo, ma vivono in pace e in armonia con tutto e tutti, e questo le porta sia ad avere rispetto per ogni forma di vita, sia alla consapevolezza che il paradiso può essere vissuto nel presente e quindi non c’è bisogno di sacrificarsi in alcun modo (compreso il farsi esplodere) per poterlo guadagnare in un qualche improbabile futuro.
Certo, l’unico rischio è quello che la crescita di consapevolezza globale umana possa bloccare la crescita industriale mondiale, visto che la nuova realtà non sarebbe più caratterizzata dalla competizione, dall’ambizione e da tutti quei falsi bisogni che stanno condizionando l’attuale umanità, perché chi è in pace con se stesso non ha bisogno di macchine sempre più potenti, abiti costosi, nuovi cellulari e tutta una serie di suppellettili e status che servono solo a colmare il vuoto interiore, il bisogno di approvazione, la necessità di apparire e di dimostrare il proprio valore attraverso il fare e l’avere, a discapito dell’essere che è la vera essenza di ogni persona.
Di conseguenza, il tasso di crescita del PIL a cui tutti sarebbero interessati non riguarderebbe più il futile prodotto interno lordo, ma riguarderebbe quello fondamentale della pace interiore e libertà, su cui si baserebbe l’intera esistenza umana.
Probabilmente questa realtà sembra un’utopia, ma basterebbe solo un po’ di buon senso per iniziare a porre le basi per renderla reale, perché la vera responsabilità nasce dal sapere cos’è meglio per se stessi unito alla consapevolezza di meritarlo e al coraggio di iniziare a darselo… Una crescente gioia di vivere generale non può che portare nel tempo a un benessere su scala mondiale!
Lorenzo Capuano
Credits Img: Pinterest
..
Lascia un commento con Facebook