Cari ricercatori,
il senso di solitudine e di disperazione provocato da una chiusura del Settimo Chakra non è l’unica manifestazione che può determinare uno squilibrio a questo livello: a volte ci può essere una rabbia corrosiva e distruttiva, come della sindrome dell’anarchico.
L’origine di questa modalità è sempre la stessa: la percezione di disamore e di non accettazione da parte del padre o di chi rappresenta l’autorità per noi.
Invece di chiuderci su noi stessi, il fatto di non sentirci amati e accettati da papà ci porta a essere reattivi, a disconoscere la sua autorità e, per traslato, ogni forma in cui essa si manifesta.
Vivremo ogni intervento che ci vuole indirizzare come un’ingerenza alla nostra libertà di essere.
Così ci ribelleremo sempre e comunque, per definizione, incanalando tutto l’amore represso che abbiamo per nostro padre in una rabbia cieca e distruttiva per noi e per gli altri.
Però, quando siamo soggetti a questo disagio non siamo più liberi, in quanto non facciamo le cose per noi stessi ma ci definiamo in antitesi a quello che l’autorità ci chiede.
Tutte le forme di ribellione non sono altro che un grido d’aiuto, il bisogno di essere amati e riconosciuti da papà per quello che siamo.
Aprendo il Settimo Chakra ci rendiamo conto che la direzione dataci da nostro padre o dall’autorità non ha quasi mai la finalità di prevaricarci, solo quella di preservarci da brutte esperienze. E, anche se non è stata esercitata nel modo che ritenevamo fosse quello giusto per noi, riconosciamo le buone intenzioni che animavano le azioni.
Cominciamo di nuovo a sentire l’amore e l’accettazione che vengono da nostro padre proprio per gli aspetti che ci rendono unici.
continua..
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