Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

43.CAUSE DI SQUILIBRIO DEL QUINTO CHAKRA

Cari ricercatori,

quante volte abbiamo censurato emozioni e sentimenti e, invece di trasformarli in gesti o in parole, li abbiamo ricacciati giù, come stoppa nella gola, perché pensavamo non fossero consoni al momento, all’ambiente, alle persone che ci stavano intorno?

Quando ci impediamo di esprimere la nostra verità di solito le motivazioni sono diverse, ma tutte riconducibili a un’unica matrice, che è quella della paura: di essere fraintesi e rifiutati, in quanto quello che diciamo potrebbe alienarci l’amore.

Se, per esempio, da piccoli non ci siamo sentiti amati e apprezzati, oppure se uno dei nostri genitori aveva una modalità censoria di manifestarci l’amore, del tipo “questo non va bene” o“non hai fatto abbastanza”, ecco che impariamo a nascondere le cose che ci premono maggiormente e decidiamo che non hanno valore, perché noi non lo abbiamo. Quindi, ci sembra inutile dirle, perché nessuno le ascolterebbe.

Se poi la modalità censoria era un vero e proprio autoritarismo, per esempio un “o fai così o ti punisco” e, peggio, “o la pensi come me, o non ti amo”, l’impressione di non essere accettati diventa certezza e ecco che le parole ci si seccano in gola oppure escono solo quelle che, opportunamente filtrate, sono conformia quello che, secondo noi, gli altri vorrebbero sentire.

I muri più ricorrenti che ci impediscono di esprimerci, dunque, sono quelli del disamore e della bassa auto-valutazione, come dire non lo merito oppure non ne sono capace.

Il senso di non valere inficia anche la capacità di ricevere: io non merito diventa l’ostacolo che ci impedisce di realizzare i nostri obiettivi nella vita, poiché se non merito, non avrò.

continua..

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