Cari ricercatori,
per creare una comunicazione energetica che funzioni dobbiamo attuare una modalità di ascolto consapevole, e questo presuppone avere l’attenzione rivolta verso noi stessi e verso gli altri.
Per quanto riguarda l’ascolto di noi stessi, dobbiamo renderci conto se iniziamo una comunicazione partendo da un punto di vista equilibrato o teso e, quindi, se mandiamo delle informazioni coerenti o distorte.
Potremmo partire da una situazione in cui abbiamo paura, oppure essere in balia delle emozioni e del desiderio, o in cui abbiamo difficoltà a affermare il nostro potere e la libertà di essere noi stessi, cercando quindi di prevalere sull’altro. Ma non è tutto: potremmo sentirci rifiutati e non amati e, quindi, riversare sulla comunicazione con l’altro questa frustrazione; oppure aver difficoltà a esprimere la nostra verità e a ricevere o, ancora, potremmo non accorgerci di considerarci in modo riduttivo rispetto alla nostra reale grandezza, comportandoci da vittima. Infine, a volte potremmo sentirci esclusi e non amati dall’autorità o da Dio e, quindi, potremmo proiettare questo sentimento su chi ci sta di fronte.
Per comunicare efficacemente quello che importa è il renderci conto di avere, in quel momento, un aspetto della nostra complessione energetica fuori equilibrio, così da rettificarlo. Così come è basilare accorgerci se qualcosa ha sfiorato o urtato una nostra sensibilità, rendendoci reattivi.
Questo ci permetterà anche di diventare consapevoli dello stato della persona che ci è di fronte e comprendere se, a sua volta, ha delle tensioni che le facciano vedere le cose in modo alterato.
continua..
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