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04. PALESTRA DI VOLONTÀ

11/01/16

All’inizio di ogni anno formuliamo molti proponimenti, mentalmente elenchiamo ciò che vorremo mettere in atto e ottenere, ma ogni volta tutto dipende dalla nostra volontà. Allora cominciamo a pensare alla volontà come a un muscolo da rinforzare e sviluppare, e questo non è un concetto così ardito. Infatti il primo a ipotizzarlo fu Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, che ne fa il fulcro del suo pensiero. Egli considera la volontà come un potere interiore primario a cui si deve prestare attenzione.

L’esistenza quotidiana necessita sempre della giusta decisione, e chi, più di questa forza interiore, ci può dirigere? Fare “palestra di volontà” significa fare sempre esercizio di questa capacità. Ma quanta ne abbiamo? Ce la facciamo a seguire ciò che ci dice il cuore e quanto ci siamo proposti, anche se ciò comporta notevole fatica e non è la scelta più facile?

La felicità nella vita parte da noi, dal comportamento e dalle decisioni che prendiamo. Molti sostengo di non poter raggiungere degli obiettivi perché “non ce la farebbero anche se volessero”. Teniamo presente che solo noi possiamo mettere dei limiti alle nostre possibilità, rinunciando prima di iniziare. Tutti abbiamo questo potere interiore, sta a ciascuno decidere cosa farne: atrofizzarlo o espanderlo.

Lavorare sulla volontà dà sicuramente degli effetti benefici: sentiamo che la nostra energia psichica e spirituale aumenta, e ciò permette di superare molte emozioni negative come l’ansia, la paura, la rabbia, la depressione o il senso di impotenza, perché in questo modo scopriamo la nostra identità. La volontà è infatti la facoltà più vicina al nostro io. Se noi facciamo un atto di volontà, accentuiamo il nostro “io”, il nostro “centro”.

Ovviamente non sto parlando della volontà generata dall’ansioso senso del dovere, che può diventare anche repressione di una parte di noi stessi, ma della volontà che ha origine dal centro del nostro essere ed è la forza interiore che semplicemente dirige.

Ricordiamo sempre che la volontà è una capacità della nostra anima, quindi quando formuliamo pensieri positivi, essi saranno espressi usando la parola “voglio” e non “devo”. La prima presuppone che abbiamo scelto noi dal profondo, la seconda esplicita una coercizione imposta, l’azione ce la prescriviamo come una medicina amara.

Il verbo dovere abbassa le nostre energie, come un piombo sul piatto della bilancia, mentre il verbo voglio è come una freccia che scatta dall’arco e attraversa il cielo. Riflettiamo: qualsiasi azione che ci accingiamo a fare ha spinte diverse a seconda di quale dei due verbi la sorregge. Sentite la differenza tra dire “devo amare me stessa” e “voglio amare me stessa”. Nella prima frase il dovere amare se stessi è visto come un’imposizione a cui si fa fatica a dare seguito; non stiamo capendo perché lo dovremmo fare. Se invece dico “voglio amare me stessa” intendo che ho molte ragioni per farlo.

Pensiamo all’affermazione “devo guarire”: cosa esprimo con ciò? Che penso di non farcela, non ho abbastanza forza per riuscirci. Se invece dico “voglio guarire”, prescindo dall’avere o meno forza, ma affermo che ritengo di essere degna di guarire e che me lo merito.

Nella sfera del volere profondo che ci guida per il giusto cammino, possiamo solo ricorrere alla nostra volontà per aiutarci in uno dei più difficili compiti nella nostra vita che è quello di dire “no”. Spesso non riusciamo a dire di no perché temiamo di essere giudicati, temiamo di perdere il consenso, o non riusciamo a dire di no perché le nostre debolezze sono più forti. La diamo sempre vinta ai figli, gli amici approfittano della nostra disponibilità, il nostro frigo trabocca di cibo e la nostra dispensa è piena di dolci e di cioccolato.

Riuscire a dire di no è il più grande esercizio di volontà che possiamo mettere in atto per noi stessi perché, il più delle volte, ci salva da ansie, stress e complicazioni. Impariamo a dire “no” per dire “sì” a noi stessi: questo è un buon proponimento per l’anno nuovo!

Come fare

Quando decidiamo di far crescere qualcosa nella nostra vita, si presuppone che mettiamo in campo la nostra amorevole attenzione e la nostra costanza, qualsiasi sia l’obiettivo: un figlio, un animale, un germoglio o… la volontà.

Quindi, come vi dicevo, possiamo far cresce la nostra volontà, ma per farlo necessitiamo di continui esercizi ben mirati che all’inizio devono essere di facile raggiungimento. Cosa possiamo fare?

Proponiamoci obiettivi che sappiamo di poter realizzare, poi man mano ci cimenteremo in quelli sempre più impegnativi. Ovviamente “smettere di fumare” è un obiettivo che metteremo, se vogliamo, alla fine, cioè solo quando avremo raggiunto una volontà di ferro!

In pratica, facciamo così: diamoci un proponimento quotidiano per una settimana.

Per esempio: alzarsi prima al mattino e fare meditazione; andare in ufficio a piedi o con l’autobus e non usare l’automobile; provare a bere solo acqua e abbandonare per un po’ gli alcolici; mangiare solo pane integrale biologico; fare ginnastica per 10 minuti… Possiamo sbizzarrirci nella scelta.

Qualsiasi sia l’azione che abbiamo scelto non deroghiamo, non cediamo, magari sentendoci ridicoli e dicendo a noi stessi “ma perché lo sto facendo? Ho voglia di bere il vino e lo bevo”.

L’efficacia di questo esercizio, che è la nostra palestra di volontà, è raggiungere la consapevolezza che dentro di noi esiste questa forza. Alla fine della settimana la ricompensa sarà la sensazione di essere riusciti nel nostro intento: congratuliamoci con noi stessi quando l’obiettivo è stato raggiunto.

Facciamo queste prove almeno una volta al mese, proponendoci mete sempre più impegnative; se avremo costanza la nostra volontà sarà in grado di sorreggerci e dirigerci in qualsiasi frangente della vita.

Auguri per uno strepitoso 2016, che ci veda ogni giorno scegliere la felicità!

Jose Maffina

 

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2 commenti su “04. PALESTRA DI VOLONTÀ”

  1. L’articolo è molto interessante, ma sopratutto utile poichè da delle chiare indicazioni, ma mi chiedo come potrei stimolare una persona che non vuole fare altro che restare a letto.
    Un caro saluto e l’augurio di tanta serenità e gioia.

    1. Cara Vittoria, a volte non possiamo fare nulla per gli altri, perché sono solo loro che hanno la scelta e sono responsabili della loro vita. Noi possiamo stimolarli con parole e azioni che possano essere per loro semi di pensiero. Sii tu per prima colei che mette in pratica e fai di te il risultato finale di un successo. Forse solo allora chi vuoi scuotere dal torpore si farà coinvolgere. Tanta gioia sempre nella tua vita. Jose Maffina

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