56. SENZA ONORE

In Giappone quando ci si rivolge a una persona di rispetto si aggiunge, dopo il suo nome, il suffisso –sama, in Italia solitamente è tradotto con l’appellativo onorevole. Nel Paese del Sol Levante il concetto di onore è molto sentito; questa è la patria dei Samurai, appartenenti a una casta colta e guerriera, la cui esistenza si doveva attenere al Bushido, parola che significa “la via del guerriero”, un codice di condotta e un modo di vita assimilabile al nostro concetto di Cavalleria. In esso vi sono, oltre alle norme di disciplina militari, anche quelle morali ispirate ai principi del buddhismo e del confucianesimo.

Il Bushido esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore che dovevano essere perseguiti fino alla morte. Purtroppo, nell’epoca in cui viviamo, “onore” è una parola desueta. L’onore non viene né cercato né tanto meno praticato. Forse perché in una società moderna non serve? Io credo che mai come ora noi tutti ne avremmo bisogno. Una società senza onore infetta i pensieri e le azioni, e più ci si allontana dall’onore e più nelle menti e soprattutto nei cuori cala il buio e si perde la strada. È un concetto talmente poco sentito che quando agiamo senza onore non ce ne accorgiamo, o se succede, giustifichiamo tutti i nostri piccoli espedienti perché il nostro comportamento è simile a quello tenuto dalla maggior parte delle persone. L’azione disonorevole nel nostro quotidiano blocca il nostro cammino, poiché mai come in questo caso la coerenza tra pensiero e azione è fondamentale.

L’enciclopedia Wikipedia ci dice che il termine “onore” è usato a indicare un sentimento che comprende la reputazione, l’autopercezione o l’identità morale di un individuo o di un gruppo. Si riferisce quindi a regole comportamentali, in breve possiamo quindi dire che l’onore corrisponde al diritto di rispetto da parte degli altri che ha come conseguenza il contemporaneo dovere di rispetto degli altri.

Se facciamo qualcosa che non ci fa onore vuol dire che meritiamo il biasimo. Purtroppo nella nostra società questo meccanismo non è più automatico. Vediamo persone che si sono macchiate di azioni disdicevoli come omicidi colposi, furti, evasione fiscale, che ricoprono cariche pubbliche o sono corteggiate dai media come delle star. Sono invitati come personaggi da rispettare nelle trasmissioni televisive, addirittura pagate profumatamente per partecipare a dei reality. Invece di essere messe al bando, allontanate dai riflettori della società, ne diventano i protagonisti ricercati e plauditi. Come può questa situazione non confonderci? Stiamo sovvertendo le regole basi dell’onore. Il messaggio sociale che passa è che non importa cosa hai fatto, se diventi un personaggio, immediatamente sei degno d’onore.

Che significato è rimasto alla frase che qualcuno potrebbe dirci “fatti onore” quando ci cimentiamo in un’azione? Quali comportamenti sono ammissibili nel farci onore? L’obiettivo è vincere, ma possiamo farlo barando, truccando, copiando, mentendo? In una società sana la risposta è “no”, ma i fatti che accadono ogni giorno nella nostra società ci dicono che la maggior parte di noi ritiene che la risposta sia “sì”. Purtroppo le cronache ne sono testimoni, perché raccontano i fatti che ci allontanano sempre di più da quel luogo sano che è un contesto civile dove chi compie un’azione disonorevole è screditato e punito.

Se il nostro comportamento non tiene conto delle esigenze dell’anima, a poco a poco essa tacerà; al contrario, più la ascolteremo e più la nostra essenza entrerà in sintonia con i piani e i compiti della nostra incarnazione. Se diventiamo guerrieri sul sentiero evolutivo ci renderemo conto che: restituire il debito che avevamo con il nostro amico è doveroso, dividere e separare la spazzatura mettendola negli appositi contenitori non ci farà diventare cavalieri ma sarà onorevole e nel rispetto della comunità. Seguiremo la spinta interiore e aiuteremo chi ce lo chiede. Ameremo noi stessi lavorando sui nostri fantasmi e portandoli alla luce.

Come capire se agiamo da guerrieri e se l’anima ci sta guidando? Ripensare alle nostre azioni quotidiane prima di addormentarci sarà utile e se il sonno ci coglierà soddisfatti di ciò che abbiamo fatto, la ricarica notturna di energia sarà molto potente, perché le cellule potranno lavorare in sintonia con la nostra Luce interiore.

Come fare

Un modo molto efficace per indirizzare il nostro comportamento verso il nostro cammino e fluidificare i nostri pensieri e le nostre azioni, rendendole coerenti e armoniose, è la tecnica hawaiana di Ho’Oponopono. la cui traduzione letterale è “mettere le cose a posto”. Si può applicare con facilità ed è forse per questo che può sembrare banale. Come tutte le proposte che vi suggerisco, mettete alla prova anche questa, sperimentandola. In pratica si devono ripetere quattro frasi, orientando il pensiero e l’intenzione alla trasformazione in positivo della situazione che vogliamo sanare:

Mi dispiace – Perdonami – Ti amo – Grazie.

Ma la sequenza può essere diversa, cioè potremmo dire: “Ti amo, mi dispiace, scusami, grazie”.

Le frasi vanno ripetute a voce alta, ma se impossibilitati, va bene anche ripetute dentro se stessi.

Se con questa tecnica saniamo le emozioni liberando il nostro cuore, per connetterci con il Divino e con la nostra anima dobbiamo equilibrare il sesto e il settimo Chakra. Ci aiutano in questo compito le Essenze Himalayane. Prenderemo Clarity, in modo che il Chakra che si trova sulla fronte in mezzo alle sopracciglia, detto terzo occhio, si potenzi e ci dia la visione del nostro cammino. Mentre per aprire il Chakra che sta alla sommità del capo e ci connette con l’Energia Cosmica utilizzeremo Flight. Bastano due gocce pure al giorno per ciascuna essenza, direttamente sulla lingua.

Jose Maffina

Autrice del libro I codici della felicità