65. IMPARARE A BENEDIRE

Nella mia ultima diretta su Facebook ho parlato del libro A scuola dallo sciamano di Serge Kahili King, e tra i principi sciamanici su cui ho riflettuto assieme agli ascoltatori quello che in questi giorni continua a girarmi in testa è “Aloha” che significa: “Amare è essere felici con…” perché la facoltà sciamanica che si sviluppa quando applichiamo questo principio è quella di essere capaci di benedire. Saper benedire vuol dire riuscire a bandire la critica nell’approccio con gli altri e con il mondo in generale. Alla base di ciò ovviamente c’è solo l’amore e le sue dinamiche. Entriamo nella critica quando ci lasciamo sopraffare dalla paura, dall’ansia e dai dubbi. Le nostre critiche uccidono le nostre relazioni. Mentre quando lodiamo costruiamo i rapporti e li rafforziamo, perché, come dice l’autore: la lode è un atto di amore. Se lodando noi facciamo crescere e fortifichiamo le relazioni, con la critica rafforziamo il cattivo in quanto a noi sgradito che però ugualmente si accresce.

Se viviamo una relazione problematica dovremmo quindi focalizzarci sulle qualità dell’altro, dimostrarglielo coprendo il/la nostro/a partner di complimenti. In questo modo potremmo sanare un rapporto che cominciava a non funzionare. Ma questo atteggiamento funziona anche riguardo agli oggetti che ci circondano, prime fra tutte le piante: amarle e lodarle le farà crescere rigogliose (su questo ci sono ricerche scientifiche che lo confermano), ma anche la nostra auto avrà meno defaillance se si sentirà apprezzata. Quando poi formuliamo critiche verso noi stessi ci facciamo del male, provochiamo stress sia a livello fisico che livello psicologico, mentre quando apprezziamo noi stessi nutriamo la nostra autostima. Il principio, quindi, è che sia le critiche che le lodi accrescono ciò su cui ci concentriamo.

Il benedire inoltre può essere usato per annullare le critiche che vengono espresse su di noi o su altro. Quando qualcuno ci critica formuliamo una lode che esprima l’esatto contrario di quello che ci è stato detto: esprimendolo in silenzio o ad alta voce, annulleremo l’effetto della negatività, purché non ne abbiamo paura. Se qualcuno dice “Tu non ce la farai mai”, ripetiamo dentro di noi “Sono in grado di avere successo in tutto ciò in cui mi impegno”.

La consapevolezza che stiamo formulando una critica, dovrebbe frenarci dal farlo, se ci alleniamo potremo cogliere il positivo in ogni cosa e sarà facile per noi lodarlo. Sviluppando questa facoltà noi saremo in grado di far crescere ogni bene intorno a noi.

In pratica:

Non è facile per tutti noi passare da uno sguardo severo o da una soglia di tollerabilità bassa ad essere accoglienti e benevoli. Il controllo su ciò che ci circonda è continuo, molto spesso ciò che vorremmo non è ciò che otteniamo, da qui il nostro lamento e giudizio; lasciamo andare il controllo ed impariamo ad apprezzare ciò che ci circonda e ciò che siamo, la nostra realtà cambierà in meglio e alla fine diventerà automatico per noi esercitare la facoltà di benedire.

Floriterapia:
Il Fiore di Bach che aiuta tutti i più spietati criticoni è Beech, serve a coloro che cercano sempre il pelo nell’uovo, quelli a cui non va bene nulla che esercitano l’autocritica e non riescono ad apprezzare gli altri. Questo fiore ci permette di accettare i nostri difetti, di diventare tolleranti con noi stessi e con chi ci circonda, essendo comprensivi e disponibili apprezzando il bene negli altri.

Jose Maffina

Autrice del libro I codici della felicità