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13. L’INVIDIA (L’ERBA DEL VICINO…)

24/10/16

L’invidia ci spaventa, la sentiamo sulla nostra pelle, negli sguardi degli altri; sentiamo che ciò che siamo li fa soffrire e, in questo caso, è molto difficile essere compassionevoli, perché temiamo di essere colpiti dalle loro azioni contro di noi o dai loro pensieri. Ma chiediamoci se anche noi proviamo questo sentimento e quali sono i suoi meccanismi.

Essere invidiosi vuol dire che il successo, il benessere, la felicità della gente ci va di traverso. Il collega che riceve una gratificazione che noi riteniamo non meriti. Il vicino che acquista l’auto dei nostri sogni. Gli amici che vanno a fare le vacanze in luoghi paradisiaci che noi ci possiamo permettere di vedere solo in fotografia. Siamo lividi dentro, perché secondo noi gli altri ottengono con facilità ciò che non meritano.

Questa emozione appesantisce la nostra esistenza e, tesi a guardare fuori di noi, perdiamo la nostra centralità interiore. Il mondo esterno, con le sue gioie che riteniamo non ci appartengano, modifica la nostra visuale, così tendiamo a sentirci vittime di un’ingiustizia del destino. Perdiamo la nostra realtà, riducendola, qualsiasi essa sia, in una condizione miserrima, infatti la notizia di qualcosa di bello accaduto ad altri ci fa analizzare non ciò che abbiamo, ma ciò che ci manca. L’invidia produce un sentimento che il più delle volte fa il vuoto dentro di noi e risponde, anche se non ce ne accorgiamo, a un riflesso di bassa autostima verso le nostre capacità.

Così come esiste un egoismo sano, può l’invidia essere vissuta positivamente? Sì, io penso di sì.

L’invidia sana è quella spinta esterna che ti porta a metterti in gioco: qualcun altro è riuscito in un’impresa e ciò spinge anche noi a provarci. Il successo degli altri diventa positivo quando lo viviamo come indicazione di una strada da percorrere. Anche a noi possono essere offerte le stesse opportunità, dovremmo solo avere più coraggio, credere nei nostri talenti e agire.

L’invidia diventa disastrosa quando, invece di essere una spinta, si trasforma in un sentimento di rancore. Non riusciamo a riconoscere nessun merito agli altri e partendo da una sovrastima di noi stessi pensiamo che eravamo noi a meritare ciò che invece è andato a loro. Il livore è dentro di noi come un tarlo potente che divora tutto. Riusciamo solo a vedere il peggio del mondo perché lo riteniamo ingiusto e cattivo nei nostri confronti.

13-invidiaSe il nostro approccio con la vita è misurare la nostra fortuna con quella degli altri, saremo sempre perdenti. Il vizio dell’invidia ci toglie la vera felicità che è quella di amare e desiderare ciò che abbiamo.

Un proverbio danese dice che “Se l’invidia fosse una febbre, tutto il mondo sarebbe ammalato”. L’invidia quindi è un sentimento diffusissimo, nessuno ne è esente, perché la cosa difficile per noi è accettare che altri abbiano ciò che a noi è negato, il più delle volte senza confessare che noi non abbiamo mai fatto veramente nulla per ottenere ciò che vorremmo; siamo rimasti a guardare aspettando che qualcosa succedesse nella nostra vita, qualcosa che potesse cambiarne il panorama. Ma se il nostro prato non è così verde, chiediamoci quanto ce ne curiamo, quanto lo bagnamo e lo fertilizziamo, e la risposta potrebbe essere sorprendente: perché solitamente è “mai”. Forse allora è il momento di occuparcene.

Come fare

Come vi dicevo prima, l’invidia può essere trasformata in modo che possa esserci utile. La prima cosa da imparare quando vediamo un successo acquisito da qualcun altro non è dire “Uffa, perché lui sì?”, ma dire a noi stessi “Anch’io posso”.

Raggiungere il successo è un cammino preciso e per ognuno diverso, ma sicuramente se ripercorso porta allo stesso risultato. Sto suggerendo la tecnica del “Modeling” ovvero conoscere tutto l’iter che ha portato all’ottenimento di un risultato positivo. Il campione che vince la medaglia d’oro è arrivato lì sottoponendosi a 10 ore al giorno di allenamento. L’artigiano che con maestria vende più di tutti il suo prodotto si è applicato per anni nel suo lavoro. La ragazza con un fisico strepitoso che è stata scelta per un servizio fotografico mangia vegetariano e va a letto alle nove di sera perché deve dormire 10 ore. Ogni risultato ha dietro di sé una costruzione che ha comportato dei sacrifici o delle rinunce, mettendo sicuramente in campo: impegno, testardaggine e determinazione. Scopriamo come hanno fatto e rifacciamo tutto il percorso, il successo sarà nostro.

Ovviamente dobbiamo imitare solo i percorsi positivi, ciò che è stato ottenuto in modo sano, per cui se il nostro vicino si è comprato il SUV ed ora è coperto di debiti che non sa come pagare, beh, meglio non averlo e girare con la nostra auto, riuscendo così a dormire di notte senza incubi.

Ma come possiamo difenderci dall’invidia degli altri? Per prima cosa, individuiamoli, poi, quando li incrociamo, facciamo sempre una tecnica di protezione: visualizziamo una luce che scenda dall’alto e che ci avvolge a spirale partendo dalla testa fino ai piedi, in modo da creare intorno a noi un uovo di luce. Sarà il nostro scudo protettivo. Poi, soprattutto, “voliamo basso”: non alimentiamo mai l’invidia vantandoci dei nostri successi con le persone invidiose, anzi minimizziamoli. Il successo comunque è già nostro.

Il fiore di Bach per gli invidiosi è Holly. Prendiamo tutte le sere una goccia dell’essenza pura in un bicchier d’acqua sorseggiandolo. Aprirà il nostro cuore sciogliendo ogni invidia, impareremo a godere del successo degli altri e ne saremo contagiati.

Jose Maffina

CD-Ferite-Emotive-Maffina Jose Maffina

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2 commenti su “13. L’INVIDIA (L’ERBA DEL VICINO…)”

  1. FAREBBE BENE A TANTE PERSONE LEGGERE QUESTO ARTICOLO; A VOLTE E’ PIU’ FACILE LAMENTARSI CHE IMPEGNARSI PER OTTENERE DEI RISULTATI

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