Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

25. FARCELA SI PUÒ

06/11/17

Avete mai notato come un adulto gareggia con un bambino nella corsa? Sta sempre un passo indietro mentre il bambino corre in avanti felice con la percezione che sta riuscendo nell’impresa: sa che arriverà per primo. Ciò che si radica nella mente del bambino è che può farcela a correre abbastanza forte da tagliare il traguardo vittorioso.

Nella vita di noi adulti non avviene così, nessuno sta un passo indietro a noi e, il più delle volte, non raggiungiamo delle mete perché neppure ce le poniamo come obiettivo, perché pensiamo che siano fuori dalla nostra portata. Non è una mancanza di ambizione, ma invece è uno schema mentale che ci preclude di metterci in gioco.

Così, molto spesso, rinunciamo a un viaggio perché pensiamo che sia troppo impegnativo per noi. Rinunciamo a iscriverci a un circolo perché pensiamo che non riusciremo a conversare ed essere brillanti in un certo ambiente. Non rispondiamo a un’offerta di lavoro perché consideriamo di non avere abbastanza competenze e così via, l’elenco potrebbe essere molto lungo. Non ci sarà un inizio perché la nostra visione è limitata da ciò che non riteniamo di essere in grado di fare. C’è addirittura chi può ritrarsi in una relazione pensando che un rapporto del genere non è alla sua portata.

Quello che non riusciamo a fare è metterci in gioco perché più di ogni altra cosa ci paralizza il fallimento. Provarci ed essere battuti è una visione terrorizzante, non c’è il nonno che sta un passo indietro a noi, corriamo con le regole della vita che ti premia solo se vinci, solo se arrivi primo, e non c’è posto per chi fallisce e per chi manifesta la propria debolezza. Allora restiamo ai limiti della staccionata, guardiamo la vita scorrere e noi rimaniamo lì, sicuri nel nostro mondo senza prove e senza tentativi; certamente siamo salvi, ma in questo modo perdiamo il sapore della vita e la misura del nostro vero valore.

Le credenze limitanti si possono abbattere. Esempio: l’atleta inglese Roger Bannister riuscì per primo nel 1954 a correre un miglio in meno di 4 minuti, cosa che molti esperti da sempre avevano ritenuto fisicamente impossibile. In quello stesso anno, dopo di lui, altri cinquantaquattro atleti riuscirono nell’impresa. Cosa era successo? Era stata abbattuta una convinzione che fino a quel momento semplicemente aveva impedito, come preconcetto, di tentare l’impresa; dopo Bannister molti altri atleti ci avevano provato riuscendoci.

Un altro esempio è quello che succede nei miei incontri di meditazione quando propongo una visualizzazione guidata: chi non l’ha mai sperimentata dice subito che non è capace, che non sa visualizzare. Basta che io faccia fare una piccola sperimentazione, tipo visualizzare la propria auto, che ogni preconcetto cade e le persone capiscono che sono in grado di poterlo fare.

Se noi facciamo cadere i limiti che ci siamo dati la riuscita è sempre alla nostra portata, dobbiamo solo avere ben chiaro qual è la nostra meta. Non perderla di vista, continuare a perseguirla senza farci scoraggiare. Ogni meta è raggiungibile ma dobbiamo sapere qual è: se non la possiamo vedere chiaramente e in modo ben delineato, difficilmente potremo arrivarci.

Dal punto di vista spirituale la riuscita è il totale affidamento all’Universo. Non ci possono essere idee preconcette. Se lasciamo che le nostre azioni siano guidate dalla nostra Luce interiore, sappiamo nel profondo che ciò che avviene nella nostra vita è il meglio per noi. Nella visione spirituale non esiste la parola “fallimento” ma solo “apprendimento”. Ciò che arriva sul nostro percorso è utile alla nostra evoluzione. Interagire con quanto accade in piena accettazione rende qualsiasi azione positiva per noi, e se non abbiamo ottenuto la riuscita probabilmente è stato più costruttivo così, perché sicuramente nel percorso abbiamo imparato molte cose.

Si dice che “a volte Dio per punirti esaudisce il tuo desiderio”, quindi se non avviene c’è sicuramente un perché. Cogliamo i segnali che ci vengono inviati per capire se era solo la rincorsa che dovevamo prendere, se dovevamo mirare con chiarezza, se dovevamo prepararci meglio o forse se ciò che non è avvenuto ci ha sospinto verso un’altra meta dove dovevamo veramente andare.

L’Universo ha molti modi per parlarci. Quello che dovremmo fare è metterci in ascolto. Non sottraiamoci pensando che non ce la faremo, ma se non dovessimo riuscirci chiediamoci se dobbiamo ritentare in altro modo o se ciò è avvenuto solo per farci capire che la nostra meta era altrove. Stiamo nel nostro presente, facciamo i passi giusti, diciamo le cose giuste con una meta luminosa davanti, affidandoci totalmente troveremo sia la strada sia i mezzi per raggiungerla. Quando è la nostra Luce che ci guida è come ritornare bimbi, avere il nonno alle spalle un passo indietro che ci incoraggia e ci dice “vai, vai, sei bravo, sei forte, non puoi sbagliare!”

Come fare

Questi preconcetti che ci negano la riuscita possono essere annullati? Certamente, vi suggerisco la tecnica ASI, molto efficace. La più utile quando la soluzione è abbattere una convinzione interiore. Allora mettiamoci davanti allo specchio e diciamo per 30 volte di seguito per 21 giorni di seguito questa frase:

“Io sono in grado di fare qualunque cosa guidato dalla mia luce interiore”.

Vi ricordo che quando ci guardiamo allo specchio dobbiamo fissare le nostre pupille, non il naso, l’orecchio o la fronte, solo e direttamente le nostre pupille. Se saltate un giorno dovete ricominciare perché i 21 giorni devono essere consecutivi. Vedrete che comincerete ad acquisire fiducia nelle vostre capacità e tutto vi sembrerà affrontabile.

Anche la floriterapia ci aiuta come al solito. Vi consiglio Wild Oat: questo fiore di Bach ci fa capire qual è la nostra meta, dove dobbiamo indirizzare le nostre energie, e ci dà modo di trovare tutte le risorse interiori per raggiungerla e ottenere la riuscita. Una goccia in un bicchier d’acqua, da sorseggiare alla sera, prima di andare a dormire.

Jose Maffina

 

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