Ci succede quando un commento o un’azione di qualcuno ci colpisce, va a fondo e ovviamente ci fa male. Caroline Myss direbbe che stiamo perdendo il nostro potere personale. Sicuramente stiamo dando potere a chi ci ha colpito. Le sue parole o le sue azioni non scivolano via, ci rimangono appiccicate addosso e ci fanno sentire a disagio, alterano il nostro umore, e questi pensieri continuano a girare nella nostra testa.
Prendersela è rendersi vulnerabili; alcuni di noi lo sono nei confronti di tutti, altri invece risuonano male solo se chi colpisce è qualcuno a cui si tiene, specialmente che si ama.
A volte la nostra suscettibilità ci mette sotto sopra sia se veniamo criticati, sia se veniamo ignorati. Siamo permalosi, il che significa che il potere che gli altri hanno su di noi è grandissimo, infatti basta veramente poco per mandare la nostra armonia in frantumi.
Il nocciolo della questione è che non riusciamo a capire che la maggior parte delle volte il problema non siamo noi in quanto soggetti, ma noi come oggetti generici che diventano i recipienti delle turbolenze emotive di altre persone.
Non sempre però è così, ed è per questo che, ogni volta che ci sentiamo presi di mira, dovremmo chiederci: “Ciò che è stato detto o fatto mi è utile? Mi serve per capire qualcosa di me o della mia relazione?”
Le cose che ci vengono dette, se accolte, possono veramente essere spunti di riflessione per la nostra vita. Dovremmo quindi ringraziare chi è stato promotore di ciò.
A volte, invece, ci rendiamo conto che siamo noi a dover agire, evitando di personalizzare ciò che avviene: semplicemente realizziamo che chi abbiamo di fronte ha bisogno di chiarire qualcosa nella relazione con gli altri. Sono quei momenti cruciali della nostra vita quando l’Universo ci chiama a essere strumenti di consapevolezza. Il più delle volte siamo riluttanti, ma in questi casi ci sentiamo spinti senza scampo e, anche se nella nostra testa continuiamo a ripeterci “Perché proprio io lo devo fare?” o “perché proprio io lo devo dire?”, ecco che dobbiamo agire. Questo però ci riesce solo se siamo in grado di andare oltre ciò che potrebbe essere uno sgarbo nei nostri confronti, e adottando una visuale completa dei meccanismi che permetta di vedere la situazione in un’area più ampia. Allora non ce la prendiamo per quello che può essere considerato un affronto verso di noi, ma proponiamo una riflessione che può solo essere di aiuto all’altro.
Rimanere fuori da un terreno personale, non focalizzandoci su di noi, ci consente di essere veri e propri strumenti positivi, e inoltre ci dà modo di imparare a non prendercela.
Come fare
L’unico modo per non prendersela è accogliere ciò che ci viene detto o fatto, e poi lasciarlo scivolare via come acqua. Tratteniamo solo ciò che ci è utile (se c’è qualcosa di utile) e, prima regola, non personalizziamo mai ciò che succede. Guardiamo la situazione da testimone e, cambiando visuale, cerchiamo di rendere neutra la situazione stessa, pensando che ciò che ci viene detto non è rivolto a noi in quanto tali, ma a noi nel ruolo che abbiamo, qualsiasi esso sia. Vuol dire che l’altro si sarebbe comportato allo stesso modo qualunque persona avesse avuto davanti, quindi cerchiamo di essere oggettivi.
Prendersela non aiuta nessuno, crea sofferenza a livello mentale e fisico, allora non diamo questo potere agli altri (quello di farci male). Questo si può ottenere quando non siamo dentro all’onda emotiva, ma oltre, dove regna la calma; da lì veramente tutto è più chiaro.
Ci possiamo aiutare anche con la floriterapia: Agrimony è il fiore per le persone molto sensibili alle critiche degli altri e che, per evitarle, adottano maschere di gioia e armonia. Questo rimedio aiuta a rafforzare il senso di sé e permette di vivere la relazione con gli altri in modo paritario. Una goccia puro in un bicchier d’acqua da sorseggiare alla sera.
Se poi siamo affetti da bassa autostima, rafforzare il nostro terzo Chakra potrebbe essere molto utile, allora prendiamo l’essenza himalayana Strenght che ci permetterà di ascoltare le critiche degli altri con quella giusta apertura e accoglienza che hanno solo le persone con una percezione radicata del proprio valore. Due gocce pure direttamente sulla lingua.
Jose Maffina
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