Ho sentito spesso persone affermare che per loro cambiare era impossibile, convinte che il cambiamento significasse essere un’altra cosa da ciò che erano. Infatti molto spesso consideriamo il cambiamento come un processo che snatura il nostro essere. Riteniamo che il desiderio di cambiare presupponga che disconosciamo il nostro valore, volendo diventare qualcosa di diverso. Così rimaniamo aggrappati alle nostre concezioni di vita, alle nostre abitudini, ai nostri gusti, al nostro aspetto e perdiamo quindi ciò che significa cambiamento in senso profondo.
Noi siamo il prodotto della nostra cultura e frutto delle nostre esperienze che, a volte, anziché allargare il nostro orizzonte, lo restringono. La nostra essenza ha poco a che vedere con ciò che ci ha formato. A livello fisico il cambiamento è la trasformazione naturale e continua del nostro corpo che, in ogni caso, dobbiamo mantenere sano e agile. Tuttavia alcuni di noi non riescono ad accettare il passare del tempo e ad essere in sintonia con i riti di passaggio. Dovremmo, invece, cercare di capire il valore del capello bianco, che forse non farà più di noi un oggetto carico di sex appeal, ma ci renderà allineati ai nostri pensieri che dovrebbero essere diventati più saggi. Le rughe del volto sono la nostra storia, le nostre battaglie, parlano di noi, di come la vita è passata su di noi, ne dovremmo essere orgogliosi.
A livello mentale il cambiamento significa non farsi condizionare dai concetti radicati dentro di noi come sassi, ma essere aperti e pronti alle sperimentazioni e all’accoglienza di nuovi spunti e nuove idee: percorsi mentali diversi che aprono la nostra visuale del mondo. Ma ciò può avvenire tuttavia solo se c’è conoscenza. Significa che possiamo cambiare noi stessi solo se andiamo a fondo dei nostri meccanismi interiori. Siamo come orologi sfasati e per ritornare al ritmo armonico della nostra essenza dobbiamo sapere chi siamo. La percezione del nostro essere ci mette in grado di accettarci e poi in seguito di mutare verso un’armonia interiore. Non dobbiamo quindi vederci come orologi guasti da buttare, ma come oggetti da riportare al loro naturale ticchettio. Il cambiamento diventa allora l’esigenza che ciascuno di noi sente quando ci sembra che la vita ci stringa impedendoci di camminare, il passo si fa pesante e l’orizzonte si restringe. Siamo come bloccati in una stanza chiusa e allora apriamo le finestre e cambiamo l’aria, ci renderemo conto che solo noi ci poniamo dei limiti e nulla ci può fermare se non siamo noi a permetterlo.
A livello spirituale il cambiamento è lasciare che il flusso ci porti verso il nostro compito, dovremmo quindi abbandonarci e lasciarci guidare verso la giusta meta. Il vero cambiamento a questo livello è la resa. Tale processo potrebbe essere ostacolato se ci rifiutiamo di seguire il disegno dell’Universo compiendo azioni che deviano, complicano, rallentano e rendono difficile il nostro cambiamento naturale. Affidarsi ed essere in accoglienza fluidifica questo percorso di trasformazione che avviene a tutti i livelli, oltre che a livello spirituale, e ci permette così di perseguire il nostro cammino evolutivo. Il benessere è seguire l’onda di mutamento, riconoscendo nel disegno dell’Universo la risposta alle inquietudini della nostra vita quotidiana.
Teniamo presente che per iniziare un cambiamento nella nostra vita ci sono tre regole base che dobbiamo seguire e a cui non possiamo sottrarci: volere il cambiamento, essere disposti a cambiare e infine essere pronti a faticare per riuscirci. Se le mettiamo in atto, abbiamo già vinto.
In pratica
Una delle cose più difficili per tutti noi è accogliere la trasformazione e mettere in moto il cambiamento. Preferiamo rimanere in uno stato di “disagio conosciuto” piuttosto che lasciarlo andare e metterci in gioco su nuove prospettive.
La tecnica ASI (Azzeramento degli Schemi Interiori) può aiutare ad aprirci. Mettiamoci davanti allo specchio e per 21 giorni consecutivi, guardandoci fissi nelle pupille, ripetiamo per 30 volte di seguito questa frase: “Sono pronta/o e aperta/o al cambiamento. Lascio entrare nella mia vita nuove idee e nuove esperienze”.
Cominceremo a poco a poco ad abbassare le nostre resistenze e saremo pronti al flusso del cambiamento. Tuttavia dobbiamo tenere in conto che uno degli ostacoli per il cambiamento è che noi lo vogliamo vedere immediatamente. La costanza nel perseguire il nostro obiettivo è faticosa e noi ci stanchiamo, vorremmo che il cambiamento avvenisse subito, senza alcuna fatica.
Quando propongo la tecnica degli azzeramenti interiori le persone sul momento si spaventano perché il percorso dura 21 giorni. Sembra un tempo infinito, ma è quanto serve al ricambio delle nostre cellule, e noi attraverso le frasi che diciamo possiamo cambiare totalmente la loro memoria. Per il cambiamento ci vuole costanza e impegno, e non mollare mai lungo il cammino. Infatti nella tecnica dell’azzeramento degli schemi interiori se salti un giorno devi ricominciare daccapo. La sequenza dei 21 giorni non può essere spezzata.
Per i più pigri, quelli che vogliono impegnarsi poco, ci sono sempre i Fiori di Bach e in questo caso se facciamo resistenza al cambiamento Walnut viene in nostro soccorso. Ci permette di voltare pagina e affrontare la trasformazione con accettazione e grande apertura. Possiamo sicuramente farcela a prenderne una goccia pura direttamente sulla lingua una volta al giorno… Che ne dite?
Jose Maffina
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