Quante volte nella nostra vita ci siamo resi conto che ci mancavano le parole? Situazioni in cui avremmo voluto spiegare, chiedere, sollecitare, comandare, pregare… e l’emozione interiore si perdeva in piccoli rivoli di parole che niente avevano a che fare con ciò che provavamo: le parole morivano dentro e si dissolvevano impalpabili.
Comunicare agli altri ciò che è dentro di noi a volte è impossibile, ed è l’azione che più può condizionare la nostra vita di relazione. Cosa impedisce un fluido eloquio? Cosa impedisce la chiarezza del nostro dire? Il più delle volte affidiamo le parole alla mente, al nostro pensiero razionale che, a poco a poco, fa a pezzi ciò che abbiamo dentro. La parola è uno strumento potente, può riempire e svuotare, può creare e uccidere.
Quando tuttavia la comunicazione è a livello del cuore, cadono le nostre paure di essere feriti o mal giudicati, parliamo con fluidità, ma la cosa straordinaria è che gli altri colgono la diversa qualità della comunicazione. Un discorso fatto con il cuore colpisce nel segno, emoziona, scuote e coinvolge e la comunicazione diventa nutrimento per chi ascolta, perché dà amore. Chiunque può farlo, non è la cultura, né la classe sociale che fa di noi buoni comunicatori, serve solo sintonizzarci con il nostro profondo, lasciar parlare la nostra voce interiore che ha una qualità unica: è sincera! L’autenticità crea magie, siamo in grado di esprimerci e siamo in grado di farci capire. Quando il mondo ci ascolta, sente che ciò che vogliamo dire è vero.
Nel caso in cui siamo noi ad ascoltare, le parole degli altri possono essere per noi a volte molto condizionanti. In un’epoca come quella attuale, dove le persone si formano un’opinione principalmente guardando la televisione, ecco che la comunicazione diventa ciò che più o meno penetra in noi e fa sì che pensieri e convinzioni si ancorino dentro.
Possiamo così avere una comunicazione che ci arricchisce, che amplia la nostra visuale, che ci stimola a nuove conoscenze, apre finestre nella nostra mente su panorami che non conoscevamo, oppure ci confrontiamo con una comunicazione che impoverisce i nostri traguardi, passa schemi che, anziché dissolvere gli stereotipi, li rafforza. Parole che tolgono ogni etica alle azioni e rendono positivi comportamenti negativi, sia da un punto di vista sociale, per esempio: “Solo i fessi pagano le tasse”, sia da un punto di vista individuale: “Si può essere felici solo se si è magri e belli”. La comunicazione nella nostra società il più delle volte è usata per manipolare, magari per spostare l’attenzione su falsi problemi o per creare nuove paure o nuovi bisogni.
Tuttavia, se per fare una buona comunicazione dobbiamo parlare con il cuore, per un buon ascolto dovremmo fare altrettanto: ascoltare con il cuore. Le parole che non ci servono e che ci nuocciono cadrebbero come sassi, dissolvendosi come polvere e non lasciando dentro di noi alcuna traccia.
La comunicazione è la relazione con l’altro: il capire e il farsi capire. Se falliamo viviamo nel disagio, ci sentiamo incompresi e il mondo diventa un terreno pieno di difficoltà.
Ciò avviene anche nel dialogo con noi stessi. Molti di noi non comunicano con se stessi e usano gli altri come specchio per verifica, invece il dialogo interiore è indispensabile per avere sempre il polso di cosa stiamo facendo della nostra vita. Da un punto di vista spirituale, infatti, la comunicazione è la parte più esterna della voce interiore, poiché è la concretizzazione del profondo.
La vera comunicazione è la relazione tra Anima e parola, in sintonia perfetta essa apre la strada all’Uomo mettendolo in relazione armonica con gli altri. Essa crea nel mondo l’amore. Quando l’Anima non è sintonizzata con la comunicazione, la relazione con il mondo è egoistica, l’Uomo non riesce a espandersi energeticamente, la parola diventa o stentata o manipolatrice.
Come fare
Ci sono persone che abusano della parola e parlano a vanvera, mentre altre difficilmente si esprimono, il monito per tutte e due queste categorie è “la parola è sacra”. Se ne abbiamo la consapevolezza, useremo le parole con maggior attenzione.
Quando parliamo con gli altri cerchiamo quindi di esprimerci con gentilezza e con leggerezza, sicuramente susciteremo negli altri lo stesso tipo di approccio. La nostra voce è importante; ascoltiamola, come la moduliamo? Il nostro tono è acuto o profondo?
Un buon metodo per entrare nel suono della nostra voce è dire le vocali nel naso. Ripetiamo le vocali facendole vibrare nel nostro naso, sentiremo la potenza del nostro timbro. Ripetere i suoni delle vocali sblocca e libera la gola, come i cantanti che per allenarsi fanno le scale armoniche. La parola è uno strumento che ci apre la strada verso il mondo, usiamola dolcemente.
Se abbiamo difficoltà a esprimerci, probabilmente il nostro quinto chakra, quello della gola, che presiede e governa la comunicazione, è bloccato e abbiamo così seri problemi a manifestare ciò che pensiamo. Questo chakra presiede inoltre alle funzioni vocali, il suo organo di azione è la bocca e quello di senso è l’orecchio, sede dell’udito; come abbiamo visto prima, la comunicazione è parlare ma anche ascoltare.
Il rimedio floreale per riequilibrare questo chakra è l’essenza himalayana Autenticity che aiuta a esprimere e a tradurre in pratica il nostro pensiero.
Se poi dobbiamo cimentarci in un discorso importante e vogliamo parlare in maniera fluida utilizziamo il fiore californiano Cosmòs che scioglierà qualsiasi incertezza e fluidificherà ciò che vogliamo dire. Entrambe si prendono puri direttamente sulla lingua.
Autenticity serve per il riequilibrio, quindi ne servono due gocce al giorno per almeno tre settimane, invece Cosmòs serve all’occorrenza, quindi mezz’ora prima dell’incontro in cui vogliamo fare meraviglie con la nostra parola.
Jose Maffina
..
Lascia un commento con Facebook