Chi fermerà la musica? I Pooh cantavano così, ma la musica è indispensabile nella nostra vita. Per molte tradizioni religiose l’Universo ebbe inizio con un suono. Non so per voi, ma per me la musica ha una funzione anche di memoria. Suoni, melodie o canzoni hanno il potere di trasportami indietro nel tempo e riportarmi la stessa emozione di gioia o di dolore che ha accompagnato quei suoni. Ci sono canzoni che ci penetrano dentro come lame e ci struggono, ci schiantano, perché fanno risuonare le nostre emozioni. Mentre ce ne sono altre che ci energizzano, ci esaltano, ci mettono di buon umore. Allora dobbiamo riconoscere che la musica esercita su di noi il suo potere elevandoci o sprofondandoci nella malinconia. Quando sentiamo le note dell’Inno alla Gioia di Beethoven che si propagano nei corridoi della metropolitana milanese, suonate con impeto e passione da violinisti di strada, ecco che la giornata cambia, l’energia che emana questa melodia è tangibilmente percepibile.
La musica è anche una buona compagna quando vogliamo riempire la nostra solitudine. La tecnologia moderna ci permette di portarla ovunque con noi, piccoli aggeggi con gli auricolari ci immergono senza troppi ingombri nel sound da noi preferito. Una volta dovevamo munirci di una radiolina o di un walkman, entrambi pesanti e disagevoli. Tuttavia, ora, se ci guardiamo intorno, realizziamo che siamo circondati da persone che camminano con gli auricolari, sono irraggiungibili, isolati nel loro mondo che esclude ogni contatto. La musica diventa allora il nostro schermo per dividerci dagli altri, noi qua e loro là, non sentiamo e non vogliamo sentire nulla del mondo che ci circonda. La musica invece dovrebbe essere utilizzata principalmente per unire e aggregare le persone, per stare assieme, per gioire con gli altri.
Come dicevo prima, la musica riesce a influenzare il nostro corpo e i nostri stati d’animo, pensiamo alle ricerche fatte da Masaru Emoto che ha provato come musiche differenti producono nell’acqua da cristalli meravigliosi (musica classica) a grumi informi (heavy metal), ricordandoci che noi siamo fatti del 75% di acqua. Allora è importante scegliere le musiche che ci nutrano, ci fortifichino, ci facciano sentire bene, perché ogni cosa dentro di noi risuona e risponde alla melodia che ascoltiamo. Allora non fermiamo la musica ma scegliamola con giudizio come sceglieremmo il cibo giusto con cui nutrirci.
In pratica
C’è un modo per portare la musica nella nostra vita? Per noi Italiani è molto facile, noi siamo il paese dove si canta per strada e nell’immaginario collettivo siamo “quelli con il mandolino”. Ma la musica che dovremmo cercare è la nostra musica interiore, la nostra vibrazione.
Nell’Euritmia Rudolf Steiner indica attraverso movimenti particolari legati alla vocalizzazione di consonanti e vocali una tecnica terapeutica, con effetti di rafforzo della crescita e ringiovanimento per gli adulti. Emettere suoni vocalici aiuta quindi le nostre cellule, questa è una vera e propria terapia da effettuare sotto diretto controllo di operatori (medici) formati.
Un’altra tecnica è l’Humming, suggerita da Alfred Tomatis: a bocca chiusa cantiamo una canzone facendo risuonare la melodia dentro di noi ed emettendo quindi solo il suono musicale mmmmmmm. Questa tecnica rafforza i nostri organi interni, perché in questo modo la vibrazione sonora si espande tutta all’interno del nostro corpo.
Ultima tecnica che vi suggerisco è quella per sentire il proprio suono interiore e che aiuta anche a rilassarsi. Mettete le mani a coppa sulla orecchie tappandole ed ascoltate, ascoltate, ascoltate. Ciò che sentirete è la vostra musica interiore.
Floriterapia
Sintonizzarci con il suono è compito del nostro quinto Chakra, quello della Gola. Per equilibrarlo e per dargli energia prendiamo l’essenza Himalayana Autenticity, ci permetterà di ascoltare con più sensibilità e ci aiuterà a mettere in suono i nostri pensieri. Due gocce al giorno direttamente sulla lingua.
Jose Maffina
Autrice de I codici della felicità
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