Finché io sono la mia mente, sono un continuo cambiamento di rappresentazioni… Chi sono io allora?
Per dare una risposta a questa domanda bisogna sviluppare unospazio di osservazione tramite uno strumento formidabile che si chiama ATTENZIONE.
Su cosa metto l’attenzione?
Su me stesso.
Ma è ancora troppo vaga questa affermazione: quale me stesso?
Bisogna quindi partire da qualcosa di costante e permanente: il respiro.
Col respiro comincio a esistere e a sentire di esistere. Se io esisto, esiste anche il mondo perché pongo su di esso l’attenzione che sviluppo giorno dopo giorno per mezzo del respiro consapevole.
Se io non esisto costruisco il mondo.
All’inizio uso l’attenzione della mente e sviluppo l’Osservatore; lentamente nasce l’attenzione del cuore che si chiama Testimone.
Il respiro è la prima vera identità a cui si accede con l’attenzione.
Il respiro è una porta che conduce a noi stessi e contemporaneamente dissolve tutto ciò che già non esiste: l’ego.
Il respiro diventa strumento e percorso.
Ogni persona ha un respiro diverso e deve trovarlo. E’ la musica interiore di ciascuno.
La meditazione è semplice perché consiste nel non cercare niente, accordarsi al tuo respiro, lasciarlo emergere. Il guerriero scorre nel respiro.
A quel punto il respiro sei tu e tu sei nel tuo respiro.
Non bisogna essere qualcosa per essere.
La funzione della meditazione è questa: essere…
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