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264. IL GUERRIERO E IL TEMPO PER SÉ

Dovremmo riflettere sulla frase che spesso diciamo: “Non ho mai tempo”. Che vuol dire non avere tempo, tempo per che cosa? La questione diventa ancora più astrusa quando si aggiunge: “Non ho tempo per me” oppure “ho poco tempo per me”.

Viene subito da pensare che c’è un tempo per sé e che la maggior parte del tempo della vita non sia invece nostro! Chi lo vive? Chi si sveglia la mattina e va dormire di notte?

Questa riflessione può far sorridere, ma invece è davvero sconsolante. Significa che noi viviamo come se la maggior parte del tempo non fosse nostro e che il tempo che chiamiamo nostro è l’unico che abbia un significato, ovvero pochi scampoli di vita.

È orrendo! C’è qualcosa di profondamente sbagliato!

A cosa si riduce invece il tempo per noi? A qualche vacanza, ai fine settimana, a qualche ora dopo il lavoro?

Ma c’è di più: che cosa facciamo in quel poco tempo per noi? Come viene impiegato? Spesso serve ad annullarsi ancora di più. Paradossalmente perdiamo ancora più tempo quando abbiamo quella cosa che chiamiamo “tempo per noi”.

Tutta la vita è tempo per sé.

Ma perché questo possa accadere bisognerebbe che ogni cosa che facciamo, anche ciò che è faticoso, debba essere vissuto in piena presenza.

Quando si è nella piena presenza ogni momento è speciale, ricco di esperienza, anche ciò che risulta sgradevole, perché ne cogliamo aspetti che ci sfuggono, reazioni ed emozioni nostre e degli altri intorno a noi che dispiegano un mondo di significati.

Senza la piena presenza anche quel tempo per noi risulta vano perché viene speso per dimenticarci di noi, per divertirsi ovvero de vertere, cioè distoglierci da noi stessi.

Le nostre vacanze dovrebbero invece essere tempo per essere ancor più intimi con noi stessi, approfondendo la nostra creatività, immergendoci in spazi di bellezza e in tempi di silenzio e di ascolto.

Anche il gioco e l’allegria sono possibilità di pienezza, di calore, di semplicità, anziché fasi di annichilimento e di abbrutimento.

Con queste parole vi auguro vacanze piene di voi stessi e un anno nuovo ricco di consapevolezza.

Roberto Maria Sassone

 

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1 commento su “264. IL GUERRIERO E IL TEMPO PER SÉ”

  1. è come avere un libro da leggere tra le mani, leggiamo una pagina e sfogliamo veloci altre 50, poi ci soffermiamo su un’altra pagina etc…quando arrivi alla fine ti accorgi che quel libro avresti dovuto leggerlo, invece lo hai lasciato andare senza accorgerti della sua ricchezza interna…perchè questo, per la fretta di arrivare alla fine e comprarne un’altro…forse sperando di comprare un’altra vita a cui affidare il compito di fare le cose per bene.

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