Ho spesso sentito dire che le parole non servono, che sono gusci vuoti, e che non possono trasformare le persone.
Come sempre ogni affermazione ha un valore relativo all’ambito a cui si riferisce. Per questo motivo è fondamentale isolare il contesto per poter comprendere il senso di ogni discorso.
Nella mia esperienza ci sono due livelli di affermazioni: quelle che nascono dalla personalità dell’individuo e quelle che scaturiscono dall’Essenza.
Le parole pronunciate dalla personalità sono contaminate da tratti egoici e possono essere solo dei gusci vuoti, oppure possono contaminare a loro volta chi le riceve, oppure possono far passare, tra le maglie delle identificazioni personali, sprazzi di verità.
Le parole che traducono la voce dell’Essenza invece sono vibrazioni che danno forma all’esperienza e alla potenza dell’anima.
La parola pronunciata in uno stato d’identificazione con l’ego può essere inutile, mentre la stessa parola espressa da chi è in quel momento in uno stato di presenza ha un’azione dirompente e penetra con efficacia.
Quando si è nella Presenza, i contenuti manifestati da essa hanno la spinta dell’intento e non della volontà mentale.
Per tale motivo ogni guerriero cura con estrema attenzione la pratica della Presenza, non soltanto nella meditazione a occhi chiusi, ma soprattutto in ogni azione della sua vita, per sviluppare questa condizione di non identificazione con l’ego e sapersi tenere aperto a uno spazio di coscienza capace di essere inclusivo e osservante.
Quando si ha una persona di fronte, bisogna saper sentire che essa è in ogni caso una manifestazione del sacro, anche se i suoi aspetti sono sgradevoli e grossolani. Bisogna avere quindi con ognuno la stessa cura nel comunicare perché, anche chi ci sembra lontano da ogni interiorità, ha una sua Luce nascosta a cui, a sua insaputa, può giungere una nostra parola di verità, che si impianta come un seme che può germogliare a distanza di tempo.
Ma, se non si è nella Presenza, questa meraviglia non può accadere, anche se le nostre parole sono formalmente e logicamente corrette.
Vi sarà capitato di andare a un convegno e sentire degli oratori che fanno un intervento ineccepibile, con concetti significativi e con un costrutto esemplare… eppure non vi arriva niente nel cuore!
E invece un altro oratore dirà cose semplici, meno colte, cose che magari già avete letto e sentito tante volte, che però vi penetrano improvvisamente dentro, come se fosse la prima volta che le ascoltate! Quell’oratore parla dal Cuore perché è in uno stato di Presenza.
Proviamo da adesso a praticare con maggiore consapevolezza la Presenza nella Parola.
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Grazie col cuore…sento moltissimo queste parole…, possiamo iniziare per esempio da noi stessi… iniziare a parlarci con sincerita’… a rivolgere a noi stessi frasi d’amore…o a scrivercele…! Essere capaci di vedere l’altro come qualcosa di Sacro, presuppone un grande lavoro su noi stessi; stare nella presenza significa accettarsi in tutte le nostre difficolta’, conoscere un pochino le nostre parti buie; considerato che la maggior parte di noi vive per lo piu’ nell’inconscio, c’e davvero tanto bisogno di iniziare a ri-trovare noi stessi..il nostro bambino interiore, e poi…a piccoli passi iniziare a volersi bene…ed ecco che piano piano la coscienza prende posto nel mondo… un raggio di sole fa capolino nella nebbia interiore; ora posso vederti…per cio’ che sei veramente…posso parlarti poiche’ sento i nostri cuori…Un caro saluto da Auroville…