E’ ancora diffusa l’idea che la spiritualità debba essere ricercata e perseguita negando ed escludendo tutto ciò che riguarda il proprio sentire corporeo, gli istinti, le emozioni, i bisogni e i lati oscuri della nostra personalità. Niente di più errato e pericoloso.
Il corpo ed il suo sentire è un’espressione della nostra anima, ha una funzione sacra e fondamentale nell’esperienza spirituale. Tutto ciò che noi rimuoviamo ed escludiamo dalla nostra consapevolezza agisce ancora più intensamente in maniera nascosta, all’insaputa di noi, condizionando ed inquinando le nostre azioni, la nostra aspirazione e la stessa esperienza spirituale.
L’ombra contiene molte possibilità evolutive, imprigionate. Ogni emozione repressa è un quantitativo notevole di energia vitale che può essere messa al servizio della nostra identità e dell’essenza, se viene sciolta, conosciuta, accolta ed equilibrata.
La ricerca spirituale non può essere una specie di conoscenza intellettuale, teorica, condita da frequenti meditazioni che lasciano completamente intoccato il nostro vitale. La vita non può essere lasciata da parte, con un atteggiamento di presunta superiorità aristocratica. La vita è anche chiasso, disordine, violenza, passione. Ignorare tutto ciò è rinchiudersi in una spiritualità egocentrica e narcisistica che dà valore al nostro piccolo io gonfiato a dismisura dai “nobili sentimenti”.
Il guerriero si confronta con la vita e tutto il suo yoga è nella vita, istante per istante, nel caos, nella folla, nel lavoro, nel traffico. Siamo in una jungla e dobbiamo armarci e restare vigili, centrati nel nostro presente, radicati nei nostri piedi, colmi della nostra essenza d’amore e concentrati sull’immensità che ci nutre sulla vetta del nostro capo.
Continua..
Lascia un commento con Facebook