Chi decide veramente d’intraprendere una ricerca spirituale deve sapere che incontrerà numerosi ostacoli che metteranno alla prova la sua sincerità. Molti ricercatori invece affrontano a cuor leggero il cammino, illudendosi di raggiungere facili traguardi di serenità, di pienezza, e di coscienza. Se così dovesse essere, questo è il segnale che nella sostanza stanno giocando a fare i ricercatori e stanno modellando il loro ego in funzione delle loro aspettative.
Dice Sri Aurobindo: “Tutti coloro che abbracciano il sentiero spirituale devono affrontare le difficoltà e le prove proprie di tale sentiero, sia quelle che sorgono dalla propria natura, sia quelle che arrivano dall’esterno. Le difficoltà della propria natura si sollevano ancora e ancora finché non vengono superate; dovete affrontarle con forza e con pazienza insieme”.
Un ostacolo tenace fra i tanti è l’attaccamento alle proprie idee, ai pregiudizi, alle opinioni e alle razionalizzazioni. Essi sono i nemici più insidiosi perché si ammantano di buone intenzioni, di nobili ideali e quant’altro.
Il ricercatore cade mille volte, ha momenti di estrema oscurità, vive delusioni e scoraggiamenti. Tutto questo bisogna metterlo in conto.
Non crediate a quelli che hanno atteggiamenti serafici, ieratici, e perennemente quieti. Il conflitto è il pane del ricercatore sincero con se stesso.
Ma, continua Sri Aurobindo: “Tutti coloro che rimangono saldamente fedeli al sentiero sono certi di raggiungere il loro destino spirituale. Se alcuni non vi riescono può essere solo per una di queste due ragioni: o perché lasciano il sentiero o perché, per qualche ambizione, vanità o desiderio, si allontanano dal sincero affidamento al Divino”…
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