Ogni azione ha un senso per il guerriero perché in essa non cerca un significato adoperando categorie mentali. Il senso scaturisce dall’impegno totale con cui si cala in essa. L’azione stessa all’insegna dellapresenza disvela sfumature, intuizioni, comprensioni che penetrano in lui. Egli scopre d’improvviso che quell’azione, apparentemente futile e banale, lo ha reso più saggio e più ricco.
Questo accade anche nell’incontro con le persone. Non deve esserci necessariamente una comunicazione profonda per trovare un interesse verso l’altro. Anche un gesto od un comportamento offre al guerriero spunti, piccole lezioni di vita.
Egli non applica nessuna categoria a priori, stando di fronte ad un altro essere umano e non si fa condizionare dalla cultura, dal ceto sociale, dal linguaggio.
Egli ascolta, guarda dietro le parole ed i gesti, sentendo comunque che nell’essenza ogni uomo è collegato a tutti gli altri e a tutta la Terra
Il rispetto per il guerriero non è un atto di galateo, ma la conseguenza di una comunione con la vita.
Se vede nell’atro miserie e meschinità le riconosce immediatamente anche in sé e non si vanta del fatto che siano meno frequenti e più gestite.
Con questo atteggiamento ogni momento della sua giornata è una meraviglia e niente è inutile o superfluo.
Anche le attese hanno un senso perché gli consentono di confrontarsi con la sua reale pazienza e sulla sua capacità di accettazione.
Ogni fatto della vita offre al guerriero la possibilità di guardarsi, di confrontarsi e di osservare il suo vero livello di presenza e tutto ciò che ancora gli impedisce di essere integro.
continua..
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