Quando mi capita di osservare in un parco un bambino che si mette a piangere all’avvicinarsi di una cane provo contemporaneamente due emozioni: tristezza per il bambino e rabbia per il genitore; la mia rabbia cresce quando sento che il genitore rinforza la paura del bambino con frasi allarmate o prendendolo in braccio o tirandolo via.
Sono triste per il bambino che mostra già evidenti segnali di separazione dalla natura e di mancanza di contatto con se stesso. Chi non ama gli animali (lo dico senza reticenze) ha già subito una piccola morte, ovvero ha ucciso una parte della sua vitalità.
Per sua natura il bambino si sente attratto dalla natura e soprattutto da gatti, cani, conigli, criceti, da tutti quegli animali con il pelo morbido, riconosciuti subito come compagni di giochi.
I genitori che inculcano la paura degli animali fanno un vero danno ai figli.
Il guerriero ha un rapporto speciale con gli animali perché li sente vicini, autentici, vitali. Non li considera oggetti di gioco, ma esseri viventi con piena e totale dignità, a cui si deve un rispetto identico a quello che si dovrebbe avere per un essere umano.
Il guerriero sente l’emozione degli animali, la loro dolcezza e la loro forza. In loro presenza gli si apre il cuore.
Naturalmente sa discriminare quando sonno corrotti dall’uomo, come avviene per alcuni cani che diventano il feticcio del padrone, il loro fallo che compensa la mancanza di potenza e di vera virilità.
Chi addestra un cane a diventare violento è un frustrato che approfitta della fedeltà del suo animale e lo rende simile all’uomo (….non alla bestia!). Chi abbandona un cane o qualsiasi altro animale è un criminale senza cuore che probabilmente sarà insensibile anche con i suoi figli. So di usare parole forti e lo faccio con coscienza.
Il guerriero ha orrore di questi comportamenti irresponsabili e cerca di condannarli e correggerli ove può.
Il guerriero ama gli animali ed in essi riconosce le matrici essenziali della più pura comunione con la natura.
continua..
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