Cristo disse: “Dura è la strada e stretta la porta per cui si entra nel regno dei cieli. Molti sono i chiamati e pochi gli eletti.”
Ogni ricercatore sa per esperienza diretta che per ogni progresso che compie c’è sempre una prova da superare. Le forze ostili sono sempre pronte a disturbare, a tentare, a cercare di confondere.
Indipendentemente se consideriamo le forze ostili come forze esterne, dobbiamo sempre ricordare che esse Corrispondono ad un lato oscuro del nostro inconscio e a tendenze negative del nostro carattere. Ciò dà risalto alla nostra responsabilità che comunque è presente e al nostro libero arbitrio che è proporzionato alla nostra consapevolezza.
Il guerriero sa che interno ed esterno sono speculari. Incontriamo fuori di noi ciò che c’è dentro di noi.
Dice Sri Aurobindo: “E’ un fatto da sempre noto a chi pratica lo yoga o la conoscenza che le forze ostili si radunano per interromperlo (il cammino) con ogni mezzo… E’ noto che le forze ostili approfittano dei movimenti della natura inferiore (dell’essere umano) e attraverso di essi cercano di rovinare, distruggere o rallentare la siddhi (la realizzazione)”.
Un’espressione delle forze ostili è il dubbio: “C’è sempre una voce critica ostile nella natura di ognuno, che fa domande, ragiona, nega l’esperienza stessa, insinua il dubbio su se stessi e sul Divino” (Sri Aurobindo).
Non dobbiamo considerare gli ostacoli al percorso (alla sadhana) come peccati, ma come movimenti sbagliati della nostra natura, come indicatori di ciò che va trasformato, senza afflizione e condanna.
La tentazione di cristo nel deserto esprime chiaramente che tanto più si evolve la nostra coscienza, quanto più forti sono gli attacchi per rafforzare la nostra determinazione e la nostra fede.
Continua..
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