Il guerriero è tale perché la sua natura più profonda lo spinge, talvolta malgrado se stesso, a ricercare continuamente dentro di sé la verità.
Non c’è niente di più difficile da ricercare perché la verità su se stessi è sempre velata dall’ego che impara ad essere sempre più raffinato.
Più aumenta la consapevolezza del guerriero, più aumenta l’astuzia dell’ego.
Per tale motivo il guerriero si trova periodicamente ad affrontare nuove crisi perché dalla vita gli giungono forti stimoli alla riflessione. La vita lo mette di fronte a situazioni e a persone che lo scuotono e lo obbligano a guardarsi dentro in maniera ancora più inesorabile. E siccome ormai egli sa che la vita è lo specchio di se stesso, questi incontri e le parole che gli vengono dette li raccoglie con attenzione. Non c’è mai un punto di arrivo, ma tutto scorre continuamente in una progressiva trasformazione.
Chi è in una profonda crisi ha maggiore facilità a trovare nuovi punti di svolta; ma chi, attraverso numerose crisi di crescita già attraversate, ha comunque realizzato una sua stabilità, una sua chiarezza ed un certo contatto con la sua essenza, trova più difficile rimettere in crisi per l’ennesima volta il suo sistema.
Ma chi ha intrapreso la via del guerriero non si può sottrarre a questa sfida, e anche se lo facesse, la vita stessa lo obbligherebbe ad aprire gli occhi mettendolo di fronte a degli eventi speciali che lo schiaffeggiano.
Il guerriero non ha la pace duratura del saggio, ammesso che il saggio c’è l’abbia veramente. Persino Cristo era tormentato dando credito a ciò che ci dicono i Vangeli. Anche Buddha, prima di illuminarsi fu travolto da una crisi totale.
Ma il guerriero non è un saggio illuminato; è solo un essere umano che si è risvegliato dal sonno perpetuo in cui vivono molti altri uomini. Ha molta strada da fare e niente gli viene regalato, se non mette nella sua ricerca il suo intento costante…
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