Su questa storia del giusto atteggiamento del guerriero di fronte a se stesso ed alle sue prove ci sono numerosi dibattiti; ma insomma, questo guerriero deve o non deve combattere? Lotta od accoglie?
Come al solito simili questioni si pongono perché ragioniamo con la logica della separazione: questo o quello. Una volta per tutte comprendiamo che il pensiero binario
appartiene all’ego più meccanico ed è proprio la modalità su cui attecchiscono tutti gli estremismi politici e religiosi: la mia o la tua ideologia?
Il guerriero ha sempre una concezione integrale della vita, di sé e della sua azione nel mondo. Il guerriero ha un pensiero inclusivo in cui c’è un principio che comunica accanto ad un altro principio. Non dice “questo o quello”, ma “questo e quello”.
Combattere non significa essere violento e distruttivo e accogliere non significa essere compiacente e accondiscendente. La lotta quotidiana del guerriero avviene soprattutto nel suo intimo, in quelle parti condizionate ed ignoranti, verso le quali è contemporaneamenteaccogliente e determinato.
Ma non può esserci una proficua tenzone se prima non si conosce il terreno dello scontro. E’ necessario conoscere il proprio ego, averne una mappa per poter intervenire efficacemente: questa è la parte psicologica della ricerca interiore. Inoltre la vera trasformazione delle nostre azioni, in azioni di vera qualità, è la conseguenza dell’azione guerriera nel territorio del nostro ego. La lotta nell’intimo modifica l’azione.
Gentile determinazione, accogliente discriminazione: ecco alcune parole chiave del guerriero che riuniscono delle apparenti antinomie…
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