Bentrovati, amici ricercatori! Riprendo con entusiasmo questo spazio del guerriero con un’esperienza che mi si sta manifestando sempre più chiaramente e che ritengo l’aspetto fondamentale di una spiritualità nuova che inizia ad essere percepita da molti individui nelle diverse parti della Terra. E’ l’alba della Nuova Coscienza.
Desidero essere rigoroso ed attento alle parole che uso perché voglio che si resti radicati alla terra per non essere trascinati da facili e fatui entusiasmi psudomistici.
Prendo spunto da uno scritto di Sri Aurobindo: “Il difetto dei vecchi yoga consisteva nel fatto che, proprio perché possedevano la conoscenza della mente e dello Spirito, l´esperienza dello Spirito si accontentavano di farla nella mente. Ma la mente riesce ad afferrare solo ciò che è diviso e parziale: non può assolutamente cogliere l´infinito e l´indivisibile”.
Una delle principali caratteristiche della Nuova Coscienza nell’essere umano è di essere una qualità cognitiva che non passa attraverso la mente, ma si serve della mente. Già questo non è per nulla facile e richiede un impegno e una determinazione. Chi pensa che basti fare dei corsi o delle iniziazioni speciali (come sempre più è di moda), è meglio che rinunci in partenza.
Lo strumento più appropriato per ottenere questo graduale risultato è la meditazione vipassana o anche la meditazione zen.
Un altro aspetto della Nuova Coscienza è che affonda le sue radici nell’esperienza corporea. Potremmo dire che è una coscienza incarnata, terrestre; non è quindi una realizzazione trascendente o un nirvana. Ciò comporta un ulteriore lavoro sulla destrutturazione dei blocchi psicosomatici. Uno strumento particolarmente efficace in proposito sono le terapie e le tecniche bioenergetiche.
Potrei dire che la Nuova Coscienza si esprime in un materialismo spirituale. Il corpo diventa un asse portante. Bisogna stare consapevolmente nel corpo, sentirlo consapevolmente, esserlo consapevolmente. Bisogna che l’ego a poco a poco si destrutturi anche nel corpo.
Dice Satprem, in questo scritto sublime dei suoi Carnets: “Si direbbe che il corpo cominci a capire che cosa ci si aspetta da lui e che esso può diventare, come diceva Sri Aurobindo, ‘l’agente cosciente della sua stessa trasformazione’. Tutte le esperienze «spirituali» hanno l’aria di un sogno di fronte a «questa cosa», come se si trattasse di una contraffazione. Dio è il più grande materialista di tutti i tempi! Non sono mai stato così mistico come dopo che sono diventato ateo! Signore, tu sei meraviglioso!”
La chiave di volta è espressa con estrema chiarezza da Arnaud Desjardins ne La Via Del Cuore, ed. Ubaldini: “La vera conoscenza è una funzione dell’essere, si conosce quel che si è… L’essenziale non è di acquisire ciò che ci manca (la saggezza, il controllo di sè, l’amore universale, la supercoscienza), ma di far sparire ciò che è di troppo… Questo qualcosa è ciò che chiamiamo «Ego». Ego non è altro che ciò che dice «Io».
Ecco in sintesi i due elementi per cominciare: la disidentificazione dalla mente e la consapevolezza corporea! Mi sembra che ne abbiamo di lavoro da fare… ma con gioia, con allegria, con leggerezza!
Entriamo nell’avventura della Nuova Coscienza con la dignità e la rettitudine dei veri guerrieri!..
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