Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

260. IL GUERRIERO E LA MENZOGNA DI SÉ

L’immagine che creiamo di noi stessi è l’insidia principale che ogni ricercatore deve affrontare. Ma il vero problema risiede nel fatto che proprio questa immagine di sé non viene vista.

È più facile osservare un nostro atteggiamento interno ed esterno, che affonda le sue radici in un meccanismo di difesa che nasconde un bambino ferito nella sua identità, piuttosto che riconoscere la scusa che ci raccontiamo per giustificare quell’atteggiamento. Questa modalità di giustificazione ci fa sentire autorizzati a essere in quel modo, pur sapendo che non funziona, che non è salutare o vero.

Questo accade per esempio con le dipendenze dal cibo, dal sesso, dal fumo, dal gioco. Viene riconosciuta la dipendenza, ma viene etichettata non come bisogno, bensì come desiderio autentico, o come diritto al piacere.

La strategia del narcisismo è molto intelligente, sottile, e manipolativa: ciò che condanniamo negli altri noi lo possiamo invece fare perché lo facciamo con un altro spirito, con una vera motivazione… ecco la menzogna che ci raccontiamo.

Quando al narcisismo, si aggiunge anche la spiritualità, altre scuse più sofisticate si aggiungono in nome di una ricerca interiore, travisandone i principi e le regole: si invoca l’apertura del cuore, la necessità di sperimentare, la nuova capacità di saper agire senza coinvolgimento, ecc. Ma spesso non è vero niente, non siamo arrivati a nessuna vera esperienza di sé, ci suggestioniamo volontariamente.

Anche dopo anni di psicoterapia, se questo sguardo di vera Presenza non si è aperto in noi, se siamo diventati schiavi di un sistema di riferimento nuovo, con risposte più allettanti che sono in realtà altri schemi ideologici, ci troviamo ancora più imprigionati in un ego che si racconta di essere più soddisfatto e consapevole!..

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