La grande trappola dell’essere umano è immaginare, pensare, costruire ogni momento della vita. Le azioni che compiamo non sono vissute nella sensazione, nell’emozione e nel senso che ci producono, ma sono catalogate nell’istante stesso in cui sono vissute.
Ovvero, l’uomo meccanico dà per scontato che una cosa sia già conosciuta e non ci sia niente di nuovo da scoprire e da vivere.
E’ più facile fare un esempio: se ogni giorno si percorre lo stesso tragitto per andare al lavoro, la strada e ciò che c’è intorno perde interesse e spegne la coscienza a quel momento di vita. Ci si immerge nei pensieri e si cammina completamente accecati.
La stessa cosa accade con le persone che conosciamo, illudendoci di conoscerle.
Questa mancanza di sguardo porta la noia. Ma non è la vita di per sé ad essere noiosa, siamo noi che ci trasciniamo come cadaveri ambulanti che credono di essere vivi.
Il guerriero guarda ogni cosa ed ogni persona come se fosse la prima volta che la vede.
Non crea nessuna aspettativa riguardo all’evento che deve accadere. Se va in un luogo che ha già conosciuto parecchie volte lo osserva con curiosità e con innocenza.
Il segreto per risvegliarsi alla realtà è sempre lo stesso: essere presente nel respiro consapevole. Tutto appare ogni volta diverso, con nuove sfaccettature, con diverse sfumature. Anche una fila all’ufficio postale diventa motivo di interesse e di scoperte.
L’aspettativa condanna alla delusione perché nessuna esperienza può adeguarsi alla fantasia. La fantasia è irreale e ci impedisce di accorgerci che la vita ci passa accanto e ci sfugge via.
continua..
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