A scanso di ogni equivoco inizio questo post dicendovi che nella ricerca interiore non c’è il metodo. Ognuno di noi vorrebbe trovare qualcuno che gli offra sul piatto d’argento un metodo efficace per poter crescere e trasformarsi, realizzando la sua integrità.
Ogni guerriero deve fare i conti con se stesso e trovare il suo metodo, scoprendolo con pazienza e umiltà, sbagliando e cambiando strada più volte, aggiustando continuamente il tiro.
Per questo amo Sri Aurobindo e Mère: loro non danno metodi, ma offrono la possibilità di comprendere dei principi fondamentali sui quali ognuno può formare la sua disciplina, in base alle sue caratteristiche peculiari, alla sua indole e alle sue aspirazioni.
Esistono, è vero, alcuni strumenti essenziali, come la meditazione, un mantra, il respiro consapevole, l’osservazione di sé, il lavoro corporeo, lo scioglimento delle emozioni, ma sono solo strumenti per aiutarci a sentire, vedere ed essere, non sono il metodo!
Il metodo imprigiona, diventa un altro schema che ci fornisce l’illusione di essere sulla via dello sviluppo. La coscienza è libertà.
Non bisogna scambiare gli strumenti per la Via!
Gli strumenti si adoperano finché ci servono, ma poi li dobbiamo lasciare, altrimenti creiamo nuovi attaccamenti, nuove schiavitù più raffinate.
Anch’io, nel mio piccolo, propongo degli strumenti per iniziare il percorso della conoscenza di sé, ma sto ben attento a chiarire che sono soltanto degli aiuti e che non sono la disciplina.
La disciplina è un’attenzione costante, una sperimentazione costante, un’aspirazione costante, un’umiltà costante.
http://youtu.be/BZ5y1-a-Kew..
Lascia un commento con Facebook