Conoscere l’ego è certamente una funzione che la moderna psicologia, soprattutto quella che ha integrato la dimensione corporea nella pratica psicoterapeutica, esplica con un buon livello di efficacia. Ma ad ogni aspirante guerriero suggerisco una possibile trappola in questo percorso di conoscenza di sé: deve fare attenzione a non conoscere l’ego con una parte dell’ego. Può sembrare sibillina questa frase, ma è presto spiegata.
Per conoscere i condizionamenti della nostra personalità e i copioni che recitiamo spesso inconsapevolmente, bisogna uscire dall’identificazione con queste parti, ovvero creare uno spazio di osservazione che ci consenta di prendere una certa distanza da ciò che osserviamo di noi, per meglio comprenderlo.
Ciò è possibile se riusciamo a porci da una prospettiva che è al di fuori della mente.
E’ la prospettiva dell’essenza.
Qui bisogna introdurre il concetto di Presenza. In realtà la Presenza non è un concetto, ma un’esperienza. La Presenza è lo stato di coscienza di sé nel qui ed ora, non contaminato da nessuna considerazione mentale. E’ un momento di non pensiero in cui si percepisce con intensità il nostro essere, libero da contenuti.
Questo stato si comincia a toccare attraverso l’osservazione del respiro. E’ una pratica consigliata da tutte le vie di meditazione e nella sua semplicità è di una efficacia inaudita, se diventa unapratica costante durante la giornata.
Ci si concentra sull’aria che entra ed esce, spostando quindi l’attenzione dal vociare continuo della mente, e si cerca di restare nell’ascolto del respiro che ci aiuta ad uscire dalla mente. All’inizio si riesce a restare concentrati per pochi secondi, ma già quei rapidi istanti di non-mente sono istanti in cui siamo nella Presenza. Subito dopo i pensieri si affolleranno e ci rapiranno di nuovo, ma senza sforzo ritorniamo all’ascolto del respiro, con unadelicatezza amorevole.
Questa pratica, conosciuta come vipassana, è la più essenziale ed efficace ed ha il grande vantaggio di poter accompagnare qualsiasi azione della nostra vita. Tutta la nostra giornata può diventare uno yoga, una sadhana, un terreno di consapevolezza.
Il respiro è la via maestra per attivare la Presenza e per sviluppare l’osservatore. Essere nel respiro ci consente di disidentificarci dai giochi della mente e dalle commedie del nostro ego.
Ricapitolando: il primo passo del guerriero è conoscere il suo ego;
contemporaneamente il secondo passo è sviluppare la Presenza.
Vi consiglio due libri di Eckhart Tolle che in maniera magistrale guidano in questo percorso: Il Potere di Adesso e Un nuovo Mondo…
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