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64. IL GUERRIERO E LA PAURA

64. IL GUERRIERO E LA PAURA

“Un guerriero conosce la sua paura, per questo è coraggioso, un non guerriero non accetta la sua paura, se ne vergogna, per questo diventa spesso temerario, stupido oppure vile.” (Sui Sentieri del Sogno di Rodolfo Brun – Ed. Verde Libri).

La paura è una fantastica opportunità di conoscenza di sé perché ci consente di essere messi di fronte ai nostri limiti e a riflettere sulle azioni da compiere, ed a soffermarsi sui pericoli reali.

Inoltre la paura fa emergere le parti del nostro ego che sono state condizionate, i buchi e le menzogne. Spesso infatti le nostre paure non sono reali, eppure condizionano a tal punto la nostra vita da impedire talvolta anche le azioni più elementari, come prendere una metropolitana, o addirittura uscire di casa.

La paura pone dei limiti alla nostra onnipotenza, al narcisismo ed anche ai facili entusiasmi dell’esploratore.

Avere paura del fuoco consente di non scottarci.

La paura è un avvertimento in qualsiasi caso, anche quando è fittizia, perché ci costringe a fermarci e a riflettere e ci dice che qualcosa non funziona in noi, oppure che quella direzione ci conduce ad un pericolo.

E’ veramente insensato ritenere che la paura non si colleghi al coraggio. E’ proprio l’opposto. L’uomo coraggioso non ha vergogna di avere paura perché riconosce il limite connaturato alla sua umanità. Intendo dire che il limite è il modo naturale dell’uomo che lo rende nobile proprio perché lo sprona alla conoscenza, al superamento ed alla trasformazione.

Se non conosci il limite, non lo puoi spostare in avanti.

Fate diventare dunque la paura la vostra consigliera.

Continua..

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