Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

102. IL GUERRIERO E LA RELIGIOSITA’ NATURALE

Wilhelm Reich paradossalmente, professandosi ateo, era più religioso di chi si definisce tale. La parola religione significa etimologicamente rilegare, raccogliere insieme, collegare. E chiaro il senso della sintesi e dell’unità. Tutto l’opposto di ciò che accade, in quanto le religioni sono invece strumenti di separazione, di conflitto e di sopraffazione.

Reich era religioso, di quella religiosità naturale che nasce dal contatto profondo con la vita e con l’energia che sottende ad ogni espressione di essa. 102_pLa religione non è una serie di codici, ma manifesta il contatto profondo con l’essenza, tramandata da coloro che l’hanno incarnata come esperienza realmente vissuta e quindi compresa e testimoniata.

Questo spiega perché tutti i veri maestri che sono apparsi sulla terra abbiano espresso delle verità fondamentali in cui ci si può riconoscere a livello universale, indipendentemente dalla razza e dalla cultura a cui si appartiene.

La spiritualità è una funzione dell’uomo, formata dall’intelligenza evolutiva della natura, che reca in sé i codici dell’infinito, appartenendo di fatto ad esso. Chiunque abbia il coraggio e l’aspirazione d’immergersi in sé non può che ritrovare il suo collegamento con l’universo e con l’essere che lo sostiene, sia che viva in Groenlandia, in Tibet, in Italia o in Turchia.

Il grande impedimento all’esperienza religiosa è la sensazione di essere separati dal tutto, sensazione prodotta dalla nostra corazza egoica, corporea, emozionale. Ma quando si crea un varco in essa sorge spontaneamente un primo assaggio di infinito. Il guerriero è consapevole di questa semplice verità corporea. Perciò parte sempre dal suo corpo per ritrovare il Divino.

Continua..

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