Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

124. IL GUERRIERO E LA SUA ANIMA

Cari amici ricercatori, sono ritornato dopo una lunga vacanza che mi ha consentito di fare più chiarezza in me e di continuare a scrivere il libro sullo Yoga integrale e sulla Nobile Via del Guerriero. Mi sento più agguerrito che mai e pieno di fermenti!

Mi preme in questo post sottolineare il fulcro che anima la via del guerriero e di chiunque intraprenda una seria ricerca interiore: il contatto con l’Essenza.

Ci sono dei concetti che debbono essere ripetuti più volte perché sottovalutarli, o peggio trascurarli, impedisce il buon esisto della Ricerca, e della sadhana (la disciplina che il guerriero intraprende).

Prima di ogni altra considerazione desidero precisare che per me ogni ricercatore è un guerriero perché affronta la sfida più importante della vita di ogni essere umano: il contatto con la propria essenza e la trasformazione della propria personalità. 07_lightPer cui uso i due termini con lo stesso significato.

La trasformazione dell’ego aiuta il contatto con l’anima, ed il contatto con l’anima accelera la trasformazione dell’ego. La ricerca psicologica e la ricerca spirituale devono essere strettamente collegate ed insieme costituiscono una completa ricerca interiore.
Ma il fine di tutto il nostro sforzo individuale, congiunto all’aspirazione, è il contatto con il centro della nostra individualità profonda, col cuore intimo del nostro essere. Vi ricordo che questo centro Sri Aurobindo e Mère lo chiamano “centro psichico” e che è sinonimo di anima ed essenza. Io preferisco chiamarlo “Essenza”.

La vera trasformazione sostanziale di un essere umano comincia quando l’essenza si manifesta, almeno indirettamente, come Testimone, agendo sulla nostra vita, indirizzandola, creando occasioni ed incontri evolutivi, intuizioni, profonde comprensioni, etc.

Dice sri Aurobindo che “La prima tappa (dell’autorealizzazione) è la scoperta dell’anima, non l’anima esterna di pensiero, di emozione e desiderio, ma la segreta entità psichica, l’elemento divino dentro di noi. Quando questa diventa dominante sulla natura, quando noi siamo coscientemente l’anima e quando mente, emozioni e corpo prendono il posto che loro veramente spetta come suoi strumenti, noi siamo consapevoli di una guida interna che conosce la verità.(…) Anche all’interno dell’oscuro lavorio dell’ignoranza noi abbiamo allora un testimone che discerne, una luce vivente che illumina, una volontà che non si lascia ingannare”.

La meditazione costante, l’anelito incessante, l’intento inflessibile e l’apertura del cuore emozionale (che copre l’essenza) aprono la porta a questo contatto fondamentale.
Dice Mère: “Per diventare coscienti del proprio essere psichico bisogna volerlo, rendere la propria mente più silente possibile ed entrare profondamente nel cuore”.

Armiamoci quindi del nostro intento e mettiamoci in viaggio con fiducia…

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