In un libro magistrale, Il Piacere (Astrolabio), Alexander Lowen traccia cinque passi che sono necessari per attuare una vera trasformazione della struttura del carattere.
Il primo è riuscire ad identificarsi con il proprio corpo. Infatti tutti i meccanismi di difesa che hanno lo scopo di reprimere e di rimuovere le emozioni che non sono accettabili nella storia individuale, irrigidiscono il nostro sistema vivente; a causa di ciò ce ne andiamo nella testa e perdiamo il contatto con il corpo, ovvero con noi stessi.
Il secondo è il riconoscimento del principio del piacere, ovvero recuperare la capacità di espandersi, di pulsare e di creare; in poche parole ritrovare il piacere di vivere secondo le nostre istanze più autentiche.
Il terzo è l’accettazione delle proprie sensazioni. Esse infatti ci indicano qual è il vero rapporto con le differenti situazioni della nostra vita. Ma, se le sensazioni sono alterate e distorte dai meccanismi di censura interna, diventa alterato anche il criterio di valutazione degli eventi e delle scelte.
Il quarto è “la comprensione dell’interdipendenza di tutte le funzioni della personalità”. I pensieri sono determinati dalle emozioni che sono determinate dalle sensazioni corporee: ricordiamo di essere un sistema complesso in cui ogni nostra funzione è collegata alle altre e dipende da esse.
Il quinto è l’umiltà. Dice Lowen: “L’umiltà caratterizza la persona che accetta se stessa. Una persona simile non è né modesta, né arrogante”. Anche Lowen dà quindi all’umiltà un’importanza fondamentale.
Tutto questo processo, afferma Lowen, deve avvenire nell’ambito di un percorso psicocorporeo perché un psicoterapia solo analitica e verbale non dà voce alle emozioni e alle sensazioni represse e “rafforza l’io a detrimento del corpo”; “Se il lavoro terapeutico si limita all’espressione delle sensazioni (e delle emozioni),incoraggia l’impulsività a spese dell’integrazione”…
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