Nella storia della ricerca interiore ogni qualità è stata trasformata nel suo contrario oppure distorta a tal punto da renderla insidiosamente reale. Anche la devozione rientra in questa categoria, perché molti la rendono un attaccamento ad un determinato simbolo sacro, o ad una chiesa o ad una verità. La devozione più pericolosa è quella che si abbarbica ad una divinità e che diventa di parte. Come si può essere così ingenui da pensare che esista il Dio di una specifica Chiesa, quello vero, e poi tutti gli altri siano delle mistificazioni? Una Chiesa che sostenga questo insulta l’intelligenza degli esseri umani. Il Ricercatore sincero “sente” il Divino, l’Unico Divino, L’Essere Supremo.
E’ l’arroganza degli uomini, soprattutto gli uomini di Chiesa, di ogni Chiesa, che con presunzione enorme li porta a sostenere di conoscere la volontà divina e di esserne i detentori.
“Si può dire che nessuno dei maestri universali ha pronunciato l’ultima parola della saggezza. Chiedere quale dei grandi capi religiosi della storia sia più grande, o il più grande, è puerile e denota infantilismo mentale”. (Haridas Chaudhuri – Yoga Integrale – Ed. Mediterranee)
Grande valore ha invece il principio del misticismo devozionale per cui ogni essere umano ha la facoltà di unirsi intimamente e direttamente col Divino. Questa è l’essenza della Bakti, della devozione.
E’ naturalmente evidente che la devozione si coniuga con l’amore, per cui il guerriero realmente è un amante del Divino con cui entra in comunione senza alcun intermediario.
Scrive Chaudhuri: “Lo yoga dell’amore dimostra come un appropriato approfondimento dell’amore verso se stessi può dirigere l’energia di tale amore verso il Divino. Il Divino non è soltanto il creatore e l’amoroso depositario di tutto ciò che esiste, ma anche il proprio vero Sé”.
In questo processo l’energia dell’Eros non è esclusa e rifiutata, ma viene raffinata e trasformata.
Lo spirito del Servizio scaturisce da questa stessa energia…
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