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187. IL GUERRIERO E IL SENSO DELL'AZIONE

187. IL GUERRIERO E IL SENSO DELL’AZIONE

Ogni azione che tu compi non ha valore di per sé, ma per il senso che le dai. E siccome ogni istante della nostra vita è azione, dare un senso a essa è fondamentale. Il guerriero si cimenta in questa continua prova con se stesso e opera costantemente nell’ASCOLTO del senso, del suo senso.

Ma come si trova il senso della propria azione? Non bisogna certo procedere esclusivamente con riflessioni mentali. Non sono ragionamenti sensati quelli che dobbiamo fare. Il senso nasce dalla percezione di sé, dall’ascolto di ciò che sentiamo. Quindi il senso è la conseguenza del contatto con se stessi.

Il lavoro del ricercatore consiste di conseguenza nel recuperare la sensazione di sé attraverso la trasformazione del sentire. Se il mio sentire è fondamentalmente distorto dalla corazza caratteriale, dalla repressione degli impulsi e dall’offuscamento dell’essenza, produrrò azioni disfunzionali, azioni di potere, azioni distruttive.
Se vedo una corda e la scambio per un serpente probabilmente la mia azione sarà quella di fuggire. Se vedo la corda reale, potrò decidere di utilizzarla. Compirò due azioni differenti in base al mio sentire. Anche il vedere fa parte del sentire.
Questo è il fulcro della ricerca spirituale: raffinare il sentire e il percepire per mezzo dell’armonizzazione del nostro sistema-uomo. E’ evidente che bisogna entrare nella verità del corpo. Per ciò l’esplorazione del corpo e ilritrovamento del suo linguaggio naturale sono al primo posto nella ricerca interiore.

Se la mia percezione del mondo è che mi è nemico, e della vita è che mi è ostile, sarò in guerra perenne con il mondo e con la vita. Ma se la vita scorre in me, sarò mosso da impulsi costruttivi e darò forma ad azioni in favore della Terra.
Possiamo immaginare come diventi eccezionale ogni momento della giornata se è animato da questa ricerca di Presenza, dall’esplorazione dell’ascolto di sé. Non ci sono più tempi morti, atti inconsapevoli. Diventa un’avventura camminare, relazionarsi con un collega nel lavoro, aspettare la metropolitana…
Quando disfiamo gradualmente le categorie mentali precostituite, il senso vero di sé e dell’azione scaturiscono con forza ed evidenza. Diventa vero ciò che sento e non ciò che è giusto, fino al punto in cui giusto e vero coincidono. Per disfarle bisogna però operare a livello dei blocchi emozionali-corporei, perché sono loro che influenzano i nostri costrutti mentali.
Le forme pensiero e le formazioni emotive sono perennemente connesse tra di loro come facce della stessa medaglia.

E’ questo il vero terreno di confronto del guerriero. Questo è il suo karma yoga…

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