Da qualche tempo provo un certo disagio ad usare la parola “spiritualità”, perché è contaminata ormai da significati banali, svilenti e fuorvianti. Anche la figura del “Maestro” ha perso la sacralità che aveva un tempo.
Inoltre anche l’autentica spiritualità tradizionale, che affonda le sue radici nell’India vedica, nel buddhismo, nel taoismo e nel cristianesimo originario (per citare le fonti più conosciute), sta subendo una svolta che ci conduce a una nuova fase di sviluppo della Coscienza, di cui Sri Aurobindo e Mère sono i precursori.
Intendo parlare di una spiritualità che non considera più il mondo un’illusione e che rivisita il significato essenziale di Maya, che non svilisce l’individuo, ma lo rende espressione del Divino, capace di partecipare della Sua Immensità e della Sua Grazia, passando attraverso una trasformazione non solo della sua coscienza, ma anche della sua manifestazione sulla Terra, nella sua forma corporea.
“Buddha e Shankara ritennero il mondo fondamentalmente falso e miserabile – dice Sri Aurobindo nell’Ora di Dio – Perciò la fuga dal mondo fu per loro l’unica forma di saggezza. Ma questo mondo è Brahman, il mondo è Dio, il mondo e Satyam (verità), il mondo e Ananda (beatitudine); è solo la nostra errata interpretazione, filtrata dall’egoismo mentale, ad essere una falsità […] Il significato vedico di Maya non è illusione, bensì saggezza, conoscenza, potere, ampia estensione della coscienza” (pag 23, Edizioni Domani, Pondicherry, India).
Certamente siamo agli albori di questa nuova fase, che non esclude le precedenti, ma che considera altrettanto sacra la Vita, anch’essa espressione del Divino.
Non parlerò più di una strada spirituale, ma della Via della Nuova Coscienza.
In questa Via si abbandonano gli orpelli, si mira all’essenziale. Pur nella devozione ai Maestri, non si rimanga attaccati a essi, né ai rituali, né ai mantra. La Nuova coscienza si sta manifestando sempre più, e noi dobbiamo seguire il Suo processo di cambiamento, nel rispetto del passato, ma con lo sguardo al Presente, al Divino interiore e alla sacralità dell’Uomo, che è immagine dell’Essere.
Dice Sri Aurobindo: “Sii libero in te stesso e perciò libero nella mente, nella vita e nel corpo. Perché lo Spirito è libertà”. E’ da notare che non dice “sii libero dalla mente, dalla vita e dal corpo”, ma usa l’espressione “in” e “nella“.
Il vero guerriero è quindi il rappresentante della Nuova Coscienza…
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