La base del piacere è la percezione della pulsazione vitale del nostro corpo, percezione il cui veicolo essenziale è la respirazione cosciente e fluida. Non ci illudiamo di poter inseguire il piacere, senza questa percezione consapevole.
Il piacere è uno stato, non è un obiettivo da raggiungere. Se non si è vivi nel proprio corpo non si può amare la vita e saperla godere. Una persona che si sente porta il piacere nella vita, non aspetta che sia la vita a dargli piacere.
Bisogna dunque assolutamente recuperare il contatto con il corpo, liberando le emozioni che abbiamo represso da una vita e di cui non siamo nemmeno consapevoli. La libertà non è un concetto, ma un modo di funzionare del nostro corpo. Chi si sente libero non cerca la libertà.
Naturalmente anche la sessualità funziona nello stesso modo: se inseguiamo un orgasmo, possiamo anche rinunciarci. Non può avere un pieno orgasmo chi ha paura di perdere il controllo perché il suo corpo è irrigidito. “Il segreto del piacere si nasconde dietro al fenomeno dell’eccitazione”, dice Alexander Lowen. Se sento il piacere di vivere, sono creativo e provo il piacere del fare, a prescindere dall’obiettivo da raggiungere. Dice ancora Lowen: “Non viviamo per produrre, produciamo per vivere. La preoccupazione dello scopo e del raggiungimento caratterizza le persone che hanno paura del piacere” (Lowen, Il Piacere, Astrolabio).
Persino la sensazione della nostra individualità affonda le radici nella percezione corporea. Chi è anestetizzato perché si è rinchiuso in una corazza, per avere il senso dell’identitàha bisogno delle conferme esterne; egli chiede agli altri: dimmi che esisto. Per quanti sforzi faccia, anche se diventerà una persona di successo (secondo gli altri), resterà sempre insicuro e dubbioso. Sono molte le persone che entrano in depressione dopo aver realizzato il successo, perché si ritrovano nuovamente di fronte a se stesse.
“Se una persona trova piacere nella vita di tutti i giorni, non ha desideri di fuga”
(Lowen)..
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