w,u,o. In ebraico: Waw. Anticamente doveva essere una semivocale, come una wanglosassone, talmente breve e malleabile da scomparire a volte in un suono di u (wu), a volte in un suono di o (wo). In seguito si irrigidì anche in un suono di v, come la v italiana, che era u in latino. È il geroglifico dell’ostacolo, del limite, del nodo che si è stretto e che deve essere sciolto.
Tra le ventidue lettere dell’alfabeto sacro, la waw è indubbiamente la più sgradevole. L’avete letto nel ritratto dell’Angelo di questi giorni: è il nodo, la rete che accalappia, il blocco, la paralisi. È il modo in cui gli antichi ebrei scrivevano il numero 6, e i tre 6, il famigerato numero della bestia di cui parla l’Apocalissi, non era costituito da quelle tre cifre, ma da tre waw: e significava, come geroglifico, «io ti blocco, io ti blocco, ti blocco!» Un potente incantesimo. Eppure, vedete, c’è un Angelo che ha ben due waw nel suo Nome – e non è l’unico, come vedremo. Non solo: nel Nome stesso del Dio Signore, YHWH, c’è una waw! Vi è qui un tratto assai interessante, e non adeguatamente divulgato, della religione sia ebraica che cristiana: il riconoscimento di una cittadinanza al Nemico, al Male. In una memorabile pagina di Robinson Crusoe, il leale e ingenuo Venerdì domanda a Robinson, suo padrone: «Ma perché il tuo Dio non ha ucciso il diavolo, se era nemico suo e degli uomini?» Voi ve lo siete mai chiesti? È una storia lunga e bellissima, risale ai tempi degli Egizi, nella cui religione il Dio ostile, Seth, non veniva distrutto da Horo, che pure l’aveva sconfitto. Perché? Perché occorre che l’anima (e possibilmente anche la mente) umana sappia e comprenda bene che il Male esiste. Non serve a nulla ed è anzi dannoso negarlo, o volerlo eliminare. Non porta niente di buono pensare, come molti teologi illustri, che il Male sia soltanto l’assenza o l’ignoranza del Bene – e che dunque non abbia un’esistenza sua propria. No: ben più proficuo è rendersi conto che c’è, in ognuno, un aspetto malvagio, dannoso, frenante, una waw che ti blocca e vuol produrre guai. Solo se hai il CORAGGIO di saperlo – e di guardare bene i tuoi errori, e limiti, e difetti ed elementi oscuri – puoi sperare di superarli; solo se non ti permetti mai di pensare di essere tutto nella luce, puoi trovare in te una dialettica, una possibilità di futuro. Non si dice forse che il medico che si ritiene infallibile uccide il paziente? E Gesù, quando un giovanotto gli si rivolse chiamandolo «buon maestro», rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono eccetto Dio» (da cui il celebre modo di dire. «nessuno è perfetto»). L’Angelo di questi giorni lo mostra bene, ponendo nel suo Nome le due waw come ostacolo indispensabile alla vera crescita, al trionfo, simboleggiato dal geroglifico L.
continua..
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