Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

4. DIO E IO, IN EBRAICO

26/09/08

I geroglifici che formano la parola ’ANIY, «io» (in ebraico ’NY), significano: «la mia energia (aleph) diventa reale (N) quando si vede (Y)». Il che significa che il nostro io è quel che noi riusciamo a manifestare della nostra energia vitale. E il Nome di ’ANIY’EL ci ricorda che l’Energia fondamentale e l’origine di ogni Energia è in quell’aspetto di Dio che viene chiamato ’EL, ’Elohiym. È ciò che intendono quei numerosi mistici che, dopo tante ricerche ed esperienze, arrivano a sostenere che Dio è nell’uomo. Per esempio Gesù: «io sono nel Padre e il Padre è in me» (Giovanni 14,10), o Dante, che conosceva bene la Qabbalah, quando alla fine della Commedia dice della luce di Dio:

Dentro di sé, dal suo colore stesso,

mi parve pinta della nostra effigie;

per che ’l mio viso in lei tutto era messo.

Paradiso, XXXIII, 130-132

«Nostra effigie» vuol dire immagine dell’io (’ANIY), «viso» vuol dire «la mia capacità di vedere»; e notate anche quel «’l», proprio lì, non certo casuale! «Beh» potrebbe obiettare qualche vostro amico, «tanto io non ci credo, perché sono ateo e non credo che Dio esista». Ma questo, se permettete, è un modo un po’ ottuso di considerare la questione. Agli antichi non importava il verbo «credere» come lo intendiamo noi; agli antichi, e agli antichi ebrei soprattutto, importava conoscere e sapere di cosa si stesse parlando. Così, anche il Nome divino ’EL non è un qualcosa in cui credere, come tanti usano oggi, a scatola chiusa; ma è anch’esso una formula precisa.

In geroglifico, ’EL significa: «Quell’Energia (aleph) che cresce ed è sempre più in là (L)». Quel che noi chiamiamo Dio creatore è dunque, in origine, il DIVENIRE, il GIUNGERE SEMPRE OLTRE, in ogni tua possibile direzione – e non certo un Vecchio dalla Barba Bianca.

Non «credere» in questa dimensione è come non «credere» nell’esistenza dell’aria; mentre «credere» in questa dimensione è del tutto superfluo, dato che palesemente ti accorgi che c’è, non appena ci fai caso. E, naturalmente, ti accorgi che c’è anche in te: è ciò che in te viene dopo. La tua via che aspetta che la scopra e la percorra. Le tue prossime opere e possibilità. Le scoperte che farai. Queste creano il tuo mondo, oggi come allora. E ’ANIY’EL è appunto lì a rammentartelo.

Continua..

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