Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

61. GLI ANGELI DELLA TERZA SFERA

11/06/09

Con l’Angelo di oggi si entra nella terza Sephirah, chiamata Biynah – dabiyn, che in ebraico è «il capire». Biynah, infatti, è soprattutto la fase dell’Intelligenza: B-Y-N, cioè «la consapevolezza (B) di come si manifestino (Y) le cose create (N)». Qui dunque ognuno di noi ha imparato a scoprire da che cosa derivi, a cosa appartenga, in che cosa sia contenuto (B) tutto ciò che può cominciare a esistere (YN). Da qui, evidentemente, si poteva contemplare l’intero sistema (B) dell’Albero della Vita, e gli Angeli di Biynah, i cosiddetti Troni, te lo descrivevano nei dettagli, con precisione rigorosa: come vi ho infatti accennato nella scorsa puntata, la «Colonna di sinistra» dell’Albero – alla quale appunto appartiene Biynah – è quella che corrisponde al nostro emisfero cerebrale sinistro, e perciò alla nostra esigenza di confini, delimitazioni, nette proporzioni, calcoli, meccanismi…

61_Lauviah

Nei «protetti» dei Troni (da oggi fino al 23 luglio), quando tutto va bene, rimane assai pronunciata questa voglia di comprendere sempre più in là, di risalire con l’intelletto dal visibile all’invisibile. E proprio da questa voglia – e dal rifiuto di accontentarsi di ciò che già si sa di qualcosa – deriva anche la loro proverbiale tendenza alla disobbedienza. Voi magari noterete qui una contraddizione psicologica: siamo nella «Colonna di sinistra», così precisa e rigorosa, eppure queste settimane pullulano di compleanni di ribelli, di outsider, di eretici. Ma è facilmente comprensibile, e proprio in termini di psicologia spicciola: proprio perché nella loro mente sono talmente precisi e rigorosi, i «protetti» dei Troni tendono a non tollerare la precisione e la rigorosità altrui. La trovano insufficiente, approssimativa, e quanto più sono fedeli a se stessi ed estroversi, tanto più li prende la smania di buttare all’aria i sistemi altrui, o di ignorarli totalmente, per costruire i loro sistemi. Anche per questo, forse, sono così spesso esuli o perenni viaggiatori (Dante, Yeats, Che Guevara, Stravinski, Hermann Hesse, la Fallaci, Garibaldi, Hemingway…): perché in patria risultano facilmente antipatici a moltissimi. E non che vi sia nulla di male: vi ricordate? «Lascia la casa di tuo padre, la tua patria… e va’ a cercare te stesso». Ai cercatori spirituali l’estero fa sempre bene.

Continua..