Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

65. I LIBERATORI

02/07/09

Oltre che di raccontare, descrivere e magari profetare, è bene che i cercatori spirituali si preoccupino anche di FARE – di manifestare cioè le loro superiori conoscenze anche sotto forma di azioni estremamente concrete. Non tutte le confessioni cristiane sono d’accordo su questo punto (tra protestanti e cattolici, per esempio, si accesero qui lunghe dispute) ma le Scritture, su questo punto, sono chiarissime: «il Regno di Dio non sta nelle parole, ma nei poteri» dice per esempio Paolo (Prima lettera ai Corinti 4,20). E lo splendido Giacomo precisa:

A che serve, fratelli, se uno dice di aver la fede ma poi non fa? Credete che quella fede lo salvi? Se un fratello o una sorella non hanno da vestire e da mangiare, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, a riscaldarvi e a saziarvi» ma non date loro ciò di cui hanno bisogno, a che serve?.. Al contrario, uno potrebbe dire: tu hai la fede, ma io le cose le faccio. Tu mi mostri la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti farò vedere cos’è la mia fede.

Giacomo 2,14

La parola «fede», per i cristiani di quell’epoca, indicava appunto la superiore conoscenza che si ottiene nelle dimensioni spirituali. E poi, naturalmente:

Non chi mi dice «Signore, signore» entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli.

Matteo 7,21

E qui «Regno dei cieli» indica appunto quella dimensione eterna che, nella mistica ebraica, corrispondeva alle dieci Sephiroth che, nell’Albero della vita, salgono al di sopra dell’ultima, chiamata «il Regno» della terra.

L’Angelo di oggi ha anche il compito di porre in risalto questo aspetto della questione. Annovera numerosi liberatori (sia veri, sia presunti tali) tra i suoi «protetti»; e, come forse vi sarà capitato di notare tra i vostri conoscenti, capita non di rado ai nelkaeliani di sentirsi assai nervosi e infelici, senza riuscire a spiegarsi perché, QUANDO SONO TROPPO INDIFFERENTI AI GUAI ALTRUI. Ma se non siete nati proprio in questi giorni, o se intorno a voi non notate nulla che richieda un vostro urgente intervento eroico, tenete presente che la lezione di Nelka’el, valida per tutti senza eccezioni, è di cominciare ad accorgersi di quanto ognuno di noi è prigioniero delle proprie circostanze di vita. Le «opere» e i «poteri» di cui parlano Paolo, Giacomo e Gesù cominciano proprio da qui. Tutti noi abbiamo moltissimo da fare, molte oppressioni da distruggere in casa nostra, nella nostra stanza. Altra citazione utile:

Tu dici: «Sono ricco, non ho bisogno di nulla». Ma non sai di essere invece un infelice, un miserabile, un povero, cieco, nudo.

Apocalisse 3,17.

Vi dicono nulla queste parole di diciannove secoli fa? E state pur certi che non appena comincerete a indignarvi per le vostre personali «povertà», anche le povertà altrui vi risulteranno molto più evidenti.

Continua..