Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

Settembre 2009

Il capo cordata

79. IL CAPO CORDATA

13/09/09

E subito dopo l’Angelo dell’ascesa, ecco oggi Kawaqiyah, l’Angelo del sesto-settimo grado, la guida esperta dei passaggi difficili, carico di chiodi, ganci e corde. Se Lehekhiyah era l’ottimismo alpinistico, lo slancio indispensabile (e si pensi a quanto di quello slancio vi fu, in forma cupa e tragica, nell’assalto dell’11 settembre), Kawaqiyah è la chiara consapevolezza del pericolo, e la prudenza che spinge non a fermarsi ma ad affrontare anche i più impossibili speroni di roccia con tutte le necessarie precauzioni.

Noterete che oggi, il 13, questi due Angeli coincidono, come due facce di una stessa medaglia: per chi è nato oggi, ciò significa (ricordate? V. la puntata 6, sulle Cuspidi angeliche) che fino ai 38-40 anni la sua energia prevalente sarà quella di Kawaqiyah, e poi diverrà quella di Lehekhiyah; mentre per chi vuol meditare su questi due volti della Quinta Sephirah, significa che, semplicemente, uno non sta senza l’altro: salgono insieme, davanti a voi – quando volete salire – indicandovi la via.

E con Kawaqiyah mi congedo, lasciandovi un altro esercizio di Angelologia, da svolgere da soli. Siamo infatti partiti, un anno fa, dalle lettere dell’alfabeto sacro, poi abbiamo parlato un po’ di creazione e di altre vicende sacre, e finalmente siamo arrivati all’Albero della vita: ci troviamo ora nella Sephirah Geburah, i cui Angeli proseguiranno fino al 13 ottobre; poi dal 14 ottobre al 22 novembre vi sarà la Sesta Sephirah, quella degli Angeli chiamati Virtù, color oro, maestri dell’accorgersi e del guardarsi intorno; e dal 23 novembre si entrerà nell’ultimo ‘Olam, ovvero Dimensione, dell’Aldilà: lo ‘Olam della formazione, corrispondente al periodo in cui, già concepiti, aspettavate il parto. Qui vi saranno i Principati, ovvero gli Angeli della Bellezza (dal 23 novembre al 31 dicembre), poi gli Arcangeli (dal 1 gennaio al 9 febbraio) e poi gli Angeli lunari (dal 9 febbraio al 21 marzo). Bene, per procedere efficacemente nel vostro corso di Angelologia, provate a esplorare gli Angeli, da oggi in poi, per conto vostro, rileggendo se volete le puntate di questo blog, dalla prima in poi…

Sono certo che vi scoprirete molte più cose di quanto non sia avvenuto alla prima lettura, e che soprattutto riconoscerete molti suggerimenti di ulteriore riflessione, che la prima volta non avevate notato. Kawaqiah e Lehekhiyah vi daranno sicuramente una mano, su questi pendii e strapiombi. Un ultimo consiglio: non abbiate fretta, da un lato, e dall’altro sappiate che non si arriva mai! C’è soltanto la via, la si può solo percorrere, non è mai finita in passato e non finisce, proprio come la vita.

Fine

L'Ascensione

78. L’ASCENSIONE

08/09/09

Nell’Angelo di questi giorni si esprime il coraggio di crescere e di salire. Lo mostra bene il suo Nome, Lehekhiyah, L-H-KH:

L è la crescita, H è ciò che cresce, KH è ciò che la crescita produce. Da Lehekhiyah ciascuno di noi ha ricevuto molte lezioni, quando tutto ciò che ora è nostro (corpo, mente, spirito ecc.) era ancora e soltanto energia. Ciò che durante la gravidanza sarebbe diventato il nostro corpo ha ricevuto, da Lehekhiyah, gli ordini e l’impulso al proprio sviluppo e continuo rinnovamento. Ciò che sarebbe diventata poi la nostra mente ha ricevuto qui la facoltà di non accontentarsi mai, di voler conoscere sempre più.

Ciò che sarebbe diventato il nostro spirito ha ricevuto qui la voglia di salire sempre più in alto, e di irradiarsi, nel mondo, in un’area sempre più vasta: e nella nostra vita, questa L del nostro spirito si sarà certamente manifestata dapprima sottoforma di brama di promozione, carriera, successo, e poi – se nulla l’ha potuta fermare – il suo estendersi è destinato a puntare sempre più in alto e lontano, verso quelle sfere più spirituali di cui parlano mistici e cabbalisti. Dunque, se notate che qualcosa vi manca nel vostro L-H-KH corporeo, mentale o spirituale, è proprio qui, da Lehekhiyah, che dovete tornare a cercare. Per rintracciarlo sapete bene come si fa: risalire l’Albero della Vita dritti dritti fino a raggiungere lo ‘Olam della Creazione (v. la puntata 70), là girate a sinistra, arrivate nella Sfera di Geburah, e poi chiedete…

Ovviamente sto parlando del tutto sul serio: la settimana prossima sarà giusto un anno che discutiamo di Qabbalah e vi sarete ormai familiarizzati con questo tono un po’ da fantascienza, un po’ da caccia al tesoro, che è sì simbolico, ma non astratto, e che non richiede fede negli Angeli, ma curiosità, riflessione e voglia di esperienze reali. Se richiedesse fede, vi avrei suggerito di invocare Lehekhiyah, per ottenerne i favori, e poi di star seduti o inginocchiati in attesa di riceverne un segnale, o magari di vederlo apparire, con le sue grandi ali blu.

Invece si tratta proprio di salire, di farsi strada lungo il tragitto dell’Albero, riconquistando uno dopo l’altro i suoi vari gradi di consapevolezza… e non c’è bisogno né di invocazioni e nemmeno di immaginarsi l’Angelo di oggi come una figura autonoma, separata da voi: Lehekhiyah, infatti, È GIÀ tutto quanto in quel vostro ascendere, ed è appunto con il vostro ascendere che gli parlate e formulate – magari senza accorgervene – le vostre richieste d’aiuto.

Se di fede si può trattare, qui, è semmai e soltanto della vostra fede in voi stessi.

Continua

Le Potestà

77. LE POTESTÀ

03/09/09

Con l’impetuoso Angelo di oggi ha inizio la Quinta Sephirah, color azzurro scuro, chiamata in ebraico Gheburah, che propriamente significa «la Forza dei grandi uomini». Ghibor in ebraico è «l’eroe», ghebir è «il capo». Gheburah, nel ciclo d’istruzione che tutti noi abbiamo attraversato prima di nascere, è il luogo che compensa la generosità, l’altruismo della Sephirah precedente, Khesed. In Geburah abbiamo imparato la forza centripeta, indispensabile all’esercizio dei nostri talenti nel mondo.

«Essere o non essere?» si domandava Amleto, in un momento di evidente sbilanciamento verso Khesed: «essere, certamente!» gli avrebbe risposto la sua componente geburaica. Essere, accettare la sfida: come sarebbe stato possibile anche soltanto il nostro CONCEPIMENTO, senza questo tipo di coraggio egocentrico? E oggi come potremmo anche soltanto immaginare la nostra libertà, senza le lezioni di Geburah? G, come ricordate, in ebraico è il geroglifico che rappresenta il corpo: l’involucro del nostro essere e il principio della coesione dell’io. B è il geroglifico che rappresenta la sede, e R è il geroglifico dell’energia che fluisce; dunque: «qui scopro che il corpo (G) dovrà essere la sede (B) di quel tanto di immensità che potrò far giungere (R) nel mondo».

E ciò vale naturalmente anche riguardo ai corpi altrui: anche il rispetto, la stima che posso provare per gli altri dipendono da ciò che avevo appreso nella Quinta Sephirah. E viceversa l’opprimere il prossimo, l’ignorare il valore altrui, la ripugnanza per l’intimità, l’incapacità di provare gioia nel contatto con i nostri simili (o con alcune razze dei nostri simili) sono altrettanti sintomi delle carenze esistenziali di chi ha troppo dimenticato questa tappa della formazione prenatale. E non so cosa ne pensiate voi, ma a me pare proprio che a moltissimi l’analisi dei vari Angeli di Geburah offra l’occasione di un fruttuoso esame di coscienza e di condotta: ai troppo buoni, per esempio.

Quella che alcuni chiamano eccessiva bontà è infatti, spesso, la tendenza a compiacere gli altri, ad adeguarsi, a sottomettersi; sconfina facilissimamente nella codardia, e la codardia si esprime non soltanto nel rapporto con gli altri, ma anche e soprattutto nel rapporto con se stessi: con le proprie idee, con la propria forza di volontà, con il proprio impegno, che illanguidiscono pateticamente. Ed è utile, lo studio di Geburah, anche ai tiepidi, ai frigidi, nei quali si nasconde spesso molto egoismo (vi è infatti un’enorme differenza tra l’egoismo e il coraggio di esprimere il proprio valore)… Insomma, in bocca al lupo con questi Angeli maestri, a cominciare proprio da Yekhuwiyah, autentico lupo solitario, fierissimo.

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