Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

20. ANCORA SUI NOMI DELL’INVISIBILE

18/11/08

Dell’Angelo di questi giorni, Miyhe’el (MYH-’L), conoscete già tutte le lettere. Provate a interpretarlo da soli, a far emergere voi stessi il suo ritratto dall’Aldilà celeste.

M: l’avvolgere, l’abbracciare – ma anche il confine da superare.

Y: ciò che si vede, che esiste – ma anche il vedere e il farsi vedere.

H: l’invisibile…

Io ho indicato, come al solito, sotto al Nome dell’Angelo, l’interpretazione che a me è sembrata più probabile. Ma possono essercene molte altre e, se volete esercitarvi un po’ nell’Angelologia, bisogna che andiate alla scoperta. E a questo proposito, sappiate che nessuno potrà ritenere errata una vostra interpretazione, se non voi stessi.

Non esistono infatti interpretazioni giuste, assolute: la natura delle lettere geroglifiche è simbolica, e un simbolo è sempre vivo, si evolve: appena ti sembra di essere riuscito a spiegarlo, esso comincia già a indicarti qualcos’altro più in là. E tutti i simboli crescono insieme a te: ne superi continuamente le interpretazioni, proprio perché anche tu, mentre ci pensi, giorno dopo giorno superi te stesso – e questa è la ragione per cui solo tu puoi valutare la misura in cui hai compreso qualcosa dell’invisibile.

D’altronde succede anche con il visibile: così, per esempio, la prima volta che ho provato a interpretare il mio nome (Igor, in lettere ebraiche YGR) come un geroglifico, l’ho inteso come «colui che rende visibili cose e persone straniere» e ciò perché GR è il geroglificio dello «straniero» a quel tempo io ero uno studioso di letterature dell’Europa orientale, stavo traducendo Guerra e pace ecc. Qualche anno dopo, l’interpretazione è diventata: «colui che rende visibili cose lontane, di altre epoche» perché mi ero appassionato di Sacre Scritture. Poi GR ha incominciato a riferirsi, per me, agli Spiriti Guida e alle Gerarchie celesti. Curiosamente, Igor nella tradizione russa (quella è la mia origine) è il nome dell’esule, di chi si trova tra stranieri, come l’omonimo principe.

Insomma, vedete bene che passeggiate possono farvi fare queste antichissime lettere. E dunque dicevamo: Miyhe’el, MYH. Cosa state scoprendo (tenendo anche conto dei celebri nati in questo periodo, citati nel ritratto angelico: Lutero, Voltaire…)? Magari che il Nome può anche significare: «Se arrivo a comprendere la realtà in cui vivo, mi si apre l’invisibile», oppure «Io sono il grembo in cui l’invisibile diventa visibile», o altro ancora…

Continua..

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