Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

3. ALEPH

24/09/08

AlephSi traslittera con un apostrofo: ’ . È una lettera muta: indica soltanto l’aprirsi della bocca per pronunciare ben chiara una sillaba. È il geroglifico dell’unità, del principio, della po-tenzialità, di un’immensa energia ancora da utilizzare.

Abbiamo già parlato di come sono composti i Nomi angelici? Provvedo subito, tanto più che l’Angelo di questi giorni, ’ANiY’eL, capita proprio a proposito. Ciascuno di questi Nomi è composto di cinque consonanti, di cui le prime tre indicano le specifiche qualità o funzioni dell’Angelo. L’elenco completo dei triletteri angelici si trova cifrato nel libro dell’Esodo, cap.14, versetti 19,20,21, che descrivono il passaggio del Mar Rosso:

19. … E l’Angelo di Dio, che precedeva la carovana di Israele, cambiò di posto e dal davanti passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro.

20. Venne così a trovarsi tra le file degli Egizi e la carovana di Israele. La nube era buia per gli uni, mentre per gli altri illu- minava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri per tutta la notte. 

21. Allora Mosè protese la mano sul mare. E il Signore,durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto. Le acque si divisero. 

 

ebraicoant

In ebraico ciascuno di questi versetti ha 72 consonanti, e il segreto consiste nel leggerli a zig zag, «dal davanti passando indietro», come appunto dice il testo. Così, il trilettere del primo dei 72 Angeli è costituito dalla prima lettera del primo versetto, dall’ultima del secondo e dalla prima del terzo; il nome del secondo Angelo è costituito dalla seconda lettera del primo versetto, dalla penultima del secondo e dalla seconda del terzo, ecc. Questo brano dell’Esodo risale almeno al VIII sec. a.C., dal che si deduce che l’Angelologia era ben nota già allora. Ai triletteri, per completare i Nomi, viene aggiunta poi la sillaba –’el (come appunto in ’Aniy-’el) o la sillaba –yah (come nel prossimo Angelo, Ha‘ami-yah), e queste due sillabe sono l’abbreviazione dei due fondamentali aspetti di Dio, chiamati in ebraico ’ELOHIYM e YAHWEH. Di questi due Nomi supremi parleremo ancora; per ora, basti sapere che ’Elohiym è, nella Bibbia, Dio creatore; e Yahweh è Dio custode e legislatore della creazione. ’Elohiym produce, genera, realizza; Yahweh plasma, rifinisce e, soprattutto, pone limiti (sempre nella segretissima speranza che l’uomo impari a superarli). E infatti gli Angeli in –’el hanno come loro doti generali la concretezza, la voglia di costruire, di portare nel mondo cose nuove; mentre gli Angeli in –yah hanno come loro dote generale la voglia di conoscere, esplorare, comprendere, raffigurare ciò che già esiste. Ne consegue che i protetti del nostro odierno ’Anyi’el saranno tipi fondamentalmente pratici e inventivi. Ma – dato che ’aniy in ebraico vuol dire «io» – ne consegue anche che tra i significati del nome ’Aniy’el vi è anche: «il mio io è il Dio creatore». Possibile? Non è esagerato? Francamente no. Rifletteci un poco, e poi vi dirò quel che ne so.

continua..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento con Facebook