Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

31.UN ANGELO ALCHIMISTA

11/01/09

Harakhe’el, H-R-Kh. Il Nome indica chiaramente che quest’Angelo ha e dà il talento di incanalare, di far fluire, di trasformare (R) energie dei mondi superiori e interiori (H) in modo da farle fruttare nell’esistenza quotidiana (Kh). È ciò che facevano appunto gli alchimisti, quando applicavano la loro sapienza nel trasformare il piombo in oro. Se nella scorsa stagione avete dato un’occhiata al blog dell’amico Pascal Patruno, saprete perfettamente che i metalli, nell’alchimia, erano soprattutto simboli di nostre esperienze di vita: e che il «piombo» è ciò che in te pesa, sporca, avvelena e produce soltanto inerzia, mentre l’«oro» è il senso rivelato, il trionfo interiore, la conoscenza, l’irradiare della tua personalità. La trasformazione dell’uno nell’altro richiede appunto l’intervento della H, dell’invisibile o, come dicevano gli alchimisti, del «segreto». Ma anche la parola «segreto» era un simbolo, e indicava non un divieto di rivelare certe conoscenze teoriche od operative, bensì una particolare dimensione psichica e spirituale, nella quale tutto procede molto più agilmente e velocemente di quanto non avvenga nella mente razionale. Per trasformare il piombo del tuo passato in oro, e adoperare quest’oro nel presente, occorre che tu entri in quella «dimensione H», e ciò richiede due cose.

Innanzitutto, bisogna che tu diventi davvero la R (vi ricordate di IsRaele?). Bisogna cioè che tu la smetta, una buona volta, di identificarti con il tuo passato o con il tuo presente. Tu non sei né i tuoi errori passati, né ciò che oggi sai di te. Tu sei una porta e una via, sei libero, pronto a trasformarti in ciò che ancora non puoi sapere.

In secondo luogo, bisogna che Qualcuno ti aiuti. Chiamalo Angelo, chiamalo Dio, o Spirito Guida. Non sai chi è, sai solo che è in te, da qualche parte un poco più in alto di quella sensazione di libertà che abbiamo chiamato R. E questo Qualcuno comincia ad agire esattamente nel momento in cui ti senti così libero, e smette quando torni a identificarti in ciò che sai già.

È, questo, un modo di operare antichissimo (l’Alchimia è di origine egizia) e infinitamente affascinante; non per nulla C.G.Jung scrisse tanto di Alchimia e di simboli della trasformazione: aveva visto chiaramente che lo schema operativo della nuova psicologia ricalcava quei due punti. Sul divano dell’analista tu sei libero, e l’analista (che lo sappia o no) sta facendo del suo meglio per RAPPRESENTARE quel Qualcuno all’opera. Un tempo, invece che al divano, si ricorreva agli Arcangeli e alla preghiera: a volte funzionava e a volte no, proprio come l’analisi; ma quando andava bene, i risultati si facevano aspettare molto meno. Ora, come si «contatta» un Arcangelo l’abbiamo visto nella puntata precedente. Durante il contatto, provate a chiedere una trasformazione harakheliana con quella LIBERTÀ e quella FIDUCIA che vi ho appena detto. Nelle Scritture si garantisce: «Chiedete e vi sarà dato». Possibile che un Figlio di Dio raccontasse frottole su un punto tanto delicato, e tanto facilmente verificabile? Su, forza.

continua..

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